Lo iodio è un minerale presente in natura per lo più sotto forma di ioduro, nelle rocce, nel suolo terrestre e in maggior misura negli Oceani.

È proprio da delle alghe secche che è stato scoperto ed estratto nel 1811 dal chimico francese Bernard Courtois.

Il contenuto di questo minerale nel suolo varia a seconda della regione: più è antica e più è probabile che sia stato dilavato dall’erosione. 

Regioni montuose, come l’Himalaya, l’Atlante, le Ande e le Alpi, valli fluviali come la pianura del fiume Gange in India e molte regioni interne, come l’Asia centrale e l’Africa, l’Europa centrale e orientale e la regione del Midwest del Nord America sono tra le aree più gravemente carenti di iodio al mondo.

Una carenza che a lungo si è riflessa sulla salute degli abitanti di quei luoghi.

In questo articolo scopriamo perché.

Ecco l’indice dell’articolo:

La funzione dello iodio nell’organismo umano

Lo iodio è un minerale presente in traccia anche nell’organismo umano, in piccole quantità, ma prezioso e indispensabile alla vita.

Dai 15 ai 20 mg di iodio sono concentrati nel tessuto tiroideo e negli ormoni, ma il 70 % di questo minerale nel corpo si trova in altri tessuti, comprese le ghiandole mammarie, gli occhi, la mucosa gastrica, il liquido cerebrospinale, le pareti arteriose, la cervice e le ghiandole salivari.

Iodio e salute della tiroide

La tiroide è una ghiandola a forma di farfalla posta alla base del collo.

Pochi centimetri di grandezza, eppure da lei dipendono funzioni estremamente importanti tra cui il metabolismo, la regolazione della temperatura, il mantenimento del peso corporeo, l’umore e le emozioni, l’equilibrio degli ormoni (1).

Lo iodio è un componente chiave degli ormoni tiroidei, triiodotironina (T3) e tiroxina (T4), che sono necessari in tutte le fasi della vita per la normale crescita, lo sviluppo neurologico e il metabolismo.

Essi regolano le attività metaboliche della maggior parte delle cellule e svolgono un ruolo vitale nel processo di crescita e sviluppo precoci della maggior parte degli organi, in particolare, come vedremo, del cervello.

La regolazione della funzione tiroidea è un processo complesso che coinvolge l’ipotalamo e la ghiandola pituitaria.

La carenza di iodio determina una produzione inadeguata di T4. 

In risposta alla diminuzione delle concentrazioni di T4 nel sangue, la ghiandola pituitaria aumenta la sua produzione di TSH. 

Livelli di TSH costantemente elevati possono portare all’ipertrofia della ghiandola tiroidea, nota anche come gozzo.

Il gozzo tiroideo è la manifestazione della carenza di iodio più diffusa a livello mondiale: si tratta di un aumento di volume della tiroide localizzato e rallentamento della produzione di ormoni.

Carenza di iodio e ipotiroidismo

La tiroide è una ghiandola di primaria importanza e, se per qualche motivo non svolge bene il suo lavoro, ecco che tutto il sistema va in tilt.

L’assunzione insufficiente di iodio, infatti, compromette la produzione di ormoni tiroidei, portando a una condizione chiamata ipotiroidismo.

Inoltre può portare ad altri squilibri o carenze più o meno gravi, come: perdita di capelli e pelle secca, stanchezza cronica, infertilità e disfunzioni del ciclo mestruale (2).

Carenza di iodio e sviluppo cerebrale

Carenza di iodio e sviluppo cerebrale

L’assunzione insufficiente di iodio non solo provoca l’ingrossamento della tiroide, ma anche ad un grave ritardo fisico e mentale noto come cretinismo (IDD).

La carenza di iodio è infatti considerata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) come la causa prevenibile più comune di danno cerebrale nel mondo oggi, con almeno 30 milioni di persone che soffrono di questa condizione. 

I soggetti più a rischio di sviluppare una carenza di iodio sono le donne in gravidanza, periodo in cui il fabbisogno di questo minerale aumenta del 50%.

Se la mamma è affetta da ipotiroidismo, il ridotto trasferimento di T4 attraverso la barriera placentare, può compromettere lo sviluppo neurologico del feto.

In aree con carenza di iodio da moderata a grave, studi controllati hanno dimostrato come una sua integrazione, prima o durante la gravidanza, elimini nuovi casi di cretinismo, aumenti il peso alla nascita, riduca i tassi di mortalità perinatale e infantile e generalmente aumenti i punteggi di sviluppo nei bambini piccoli, del 10- 20%. 

 L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha stimato che oltre il 30% della popolazione mondiale ha un’assunzione di iodio insufficiente, misurata da concentrazioni di iodio urinario mediane inferiori a 100 μg/L (3). 

Inoltre, circa un terzo dei bambini in età scolare nel mondo ha un’assunzione di iodio insufficiente.

 La presenza di un ampio spettro di IDD con oltre 400 milioni di persone a rischio, è stata rilevata nel 1985, su richiesta delle Nazioni Unite, soprattutto in Asia, in Africa e Sud America.

Altri sintomi da carenza

Altri sintomi di carenza di iodio includono:

  • depressione
  • difficoltà a perdere peso
  • pelle secca
  • mal di testa
  • letargia o affaticamento
  • problemi di memoria
  • problemi mestruali
  • iperlipidemia
  • infezioni ricorrenti
  • sensibilità al freddo
  • nebbia cerebrale
  • diradamento dei capelli
  • costipazione
  • mancanza di respiro
  • funzionalità renale compromessa
  • debolezza muscolare
  • rigidità articolare

Programma mondiale di fortificazione

Più di 120 Paesi in tutto il mondo hanno introdotto programmi di fortificazione del sale con iodio al fine di correggere la sua carenza nelle popolazioni.

Sforzi che hanno prodotto notevoli miglioramenti nella correzione della carenza negli anni ’90.

Ma, sebbene circa il 70% delle famiglie nelle aree de mondo in via di sviluppo abbia ora accesso al sale iodato, la carenza di iodio da lieve a moderata rimane un problema di salute pubblica in almeno 30 paesi nel mondo. 

Oltre al sale iodato, sono stati esplorati ulteriori approcci, tra cui la fortificazione dello zucchero, la fortificazione delle uova, l’uso di sale iodato nella preparazione di pesce fermentato e salsa di pesce e l’uso di fertilizzanti per colture ricchi di iodio. 

A ciò si aggiunge la fortificazione dei mangimi del bestiame con iodio e l’uso di prodotti iodofori per l’igiene durante la mungitura, che contribuiscono ad aumentare il contenuto del minerale nei prodotti lattiero-caseari. 

In quasi tutte le regioni affette da carenza di iodio, la iodizzazione del sale sembra il modo più conveniente per somministrarlo e migliorare la salute materna e infantile.

Ma è proprio così?

Sale iodato sì o no?

Sale iodato: sì o no?

La fortificazione dello iodio attraverso il sale iodato ha però un’altra faccia.

I programmi di supplementazione nelle popolazioni carenti di iodio sono stati associati a un’aumentata incidenza di ipertiroidismo indotto da iodio (IIH), in risposta ad un improvviso apporto del minerale.

L’eccesso di iodio potrebbe causare cancro papillare tiroideo e ipertiroidismo piuttosto che fungere da prevenzione.

È necessario dunque un sano equilibrio, in quanto ogni organismo reagisce in modo diverso alla quantità assunta. 

Per questo l’uso del sale iodato non va bene per tutti.

Se sei tra le persone che hanno Hashimoto, tiroidite o ti è stato diagnosticato un disturbo legato alla funzionalità della tiroide dovresti confrontarti con il tuo medico per discutere di quanto iodio, se presente, dovresti assumere attraverso un’attenta integrazione.

Se sei una donna in gravidanza o in fase di allattamento, presta attenzione a non assumerlo, se non in dosi specificatamente prescritte.

Fabbisogno giornaliero di iodio

Al fine di ridurre al minimo il rischio di effetti negativi sulla salute, il Food and Nutrition Board dell’Istituto di Medicina degli Stati Uniti ha stabilito un livello di assunzione superiore tollerabile (UL) per lo iodio che è probabile che sia sicuro in quasi tutti gli individui. 

La RDA, la dose giornaliera raccomandata, è di 150 microgrammi al giorno per adulti e adolescenti di età superiore ai 14 anni.

Le madri in gravidanza o che allattano dovrebbero consumarne fino 290 microgrammi al giorno.

Il livello massimo tollerabile di assunzione (UL), secondo il “United States National Research Council” (valutato analizzando l’effetto della supplementazione sull’ormone stimolante la tiroide), è di 1.100 μg/al giorno negli adulti, mentre per la “Società Italiana di Nutrizione Umana-SINU, 2014 LARN” non oltrepassa i 600 μg/al giorno.

Alimenti che contengono iodio

Alimenti che contengono iodio

Il contenuto di iodio del cibo che viene coltivato o allevato su un particolare terreno dipende dal contenuto di iodio presente nel terreno stesso.

Fatta questa premessa, gli alimenti che ne sono più ricchi sono:

  • pesce
  • frutti di mare
  • alghe
  • latticini
  • cereali
  • uova
  • pollame

Tutti alimenti che contribuiscono in modo sostanziale all’assunzione di iodio nella dieta.

Iodio e integratori

Lo ioduro di potassio è disponibile come integratore alimentare, solo o in combinazione con altri minerali e vitamine (integratori multivitaminici). 

Lo iodio costituisce circa il 77% del peso totale dello ioduro di potassio e un integratore multivitaminico/minerale che contiene il 100% del valore giornaliero, ne fornisce 150 μg. 

Sebbene la maggior parte delle persone nei Paesi occidentali consumi una quantità sufficiente di iodio nella propria dieta, è improbabile che ulteriori 150 μg/die determinino un’assunzione eccessiva.

Tuttavia l’American Thyroid Association (ATA) sconsiglia l’ingestione di più di 500 μg/giorno da integratori di iodio, iodio di potassio e alghe per bambini e adulti, e durante la gravidanza e l’allattamento.

Inoltre sempre l’ATA, ha dichiarato che molti integratori a base di alghe contengono una percentuale di iodio migliaia di volte superiore ai limiti massimi tollerati quotidianamente pari a 1.100 mcg, mettendo in guardia dal fatto che, paradossalmente, dosi elevate del minerale possano causare problemi.

È consigliato invece far uso di integratori per chi segue regimi alimentari o una dieta priva di pesce, uova e latticini.  

Conclusione

Lo iodio è un minerale presente in traccia anche nell’organismo umano, in piccole quantità, ma prezioso e indispensabile alla vita.

È un componente chiave degli ormoni tiroidei, triiodotironina (T3) e tiroxina (T4), che sono necessari in tutte le fasi della vita per la normale crescita, lo sviluppo neurologico e il metabolismo.

La sua assunzione insufficiente compromette la produzione di ormoni tiroidei, portando a una condizione chiamata ipotiroidismo e non solo.

La carenza di iodio è infatti considerata dall’OMS come la causa prevenibile più comune di danno cerebrale nel mondo oggi, con almeno 30 milioni di persone che soffrono di questa condizione.

La dose giornaliera raccomandata è di 150 microgrammi al giorno per adulti e adolescenti di età superiore ai 14 anni e le madri in gravidanza o che allattano dovrebbero consumarne fino 290 microgrammi al giorno.

Un’alimentazione onnivora e varia garantisce, nei Paesi occidentali, il giusto apporto di iodio.

Se soffri di patologie legate alla tiroide o segui un regime vegano/vegetariano confrontati con il medico prima di decidere se assumere degli integratori di questo minerale.

Fonti:

  1. Iodine and thyroid function (1)
  2. Iodine deficiency may reduce pregnancy chances, NIH study suggests (2)
  3. Iodine deficiency in 2007: global progress since 2003 (3)

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Tiroidite di Hashimoto: la guida definitiva

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