L’abuso di zucchero è la principale causa del nostro metabolismo lento, bloccato, e della difficoltà a raggiungere il peso forma.

Ma allora devo toglierlo per sempre?

Ecco uno zucchero “amico” che puoi inserire nelle tue abitudini quotidiane, gustoso e salutare.

Si chiama amido resistente.

Di cosa si tratta?

L’amido resistente è un amido che “resiste” alla digestione e arriva direttamente nell’intestino dove diventa cibo per i batteri intestinali. 

Quindi senza creare picco e calo glicemico, senza stimolare l’insulina, senza squilibrare i nostri ormoni, senza disturbare il nostro sistema immunitario e senza creare dipendenza.

Ma sembra un sogno, come è possibile?

Per comprenderlo, devi sapere che l’amido contenuto in alimenti come pane, pasta, riso, patate è costituito da due componenti diverse: l’amilosio (per il 20% circa) e l’amilopectina (per l’80% circa). 

A differenza dell’amilopectina, l’amilosio risulta più difficilmente attaccabile dagli enzimi digestivi e, come tale, meno digeribile, mentre è l’amilopectina ad essere la parte che, una volta trasformata, influisce sulla nostra glicemia e stimola l’insulina.

L’amido resistente rappresenta quella frazione dell’amido che resiste al processo di idrolisi (digestione) da parte degli enzimi dell’intestino tenue; esso può interamente o parzialmente fermentare nell’intestino crasso.

Come per altri tipi di fibre solubili, la sua fermentazione porta alla produzione di acidi grassi a corta catena (SCFA) nel colon, tra i quali acido acetico, acido propionico e acido butirrico (quest’ultimo è considerato il substrato energetico preferito per gli enterociti del colon).

L’amido resistente è tale quando è composto al 100% da amilosio, e in questo modo può resistere al processo di digestione da parte degli enzimi digestivi.

Una volta che l’amido resistente arriva nel colon, fermenta e viene convertito in butirrato (presente in alta concentrazione nel ghi, nell’olio di cocco, nel MCT oil), quindi un acido grasso a catena corta. 

Gli acidi grassi a catena corta sono acidificanti ed abbassano il pH dell’intestino, facilitando la proliferazione dei batteri buoni ed inibendo la crescita dei batteri patogeni. 

Nello specifico, il butirrato ha effetti benefici in quanto provvede al fabbisogno energetico delle cellule del colon migliorandone la sensibilità all’insulina

Ma come fa un amido a diventare “resistente”?

Gli amido resistenti sono gli amidi retrogradati che si formano a seguito della gelatinizzazione seguita da raffreddamento. 

Come possiamo preparare facilmente a casa un amido resistente? 

Dobbiamo cuocere un cereale o una verdura amidacea (per esempio riso o patata), poi dobbiamo farli raffreddare in frigorifero e consumarli a temperatura ambiente senza scaldarli.

Il cereale che maggiormente consiglio è il riso parboiled perché ha come caratteristica quella di avere la struttura dell’amido che gelatinizza più facilmente e ha un indice glicemico un pochino inferiore.

Come procedere per la preparazione?

  1. Tenere in ammollo il riso per 24/48 ore, meglio se in kefir d’acqua o kombucha
  2. Scolarlo e cuocerlo in acqua con 1 cucchiaino di olio di cocco
  3. Scolarlo, sciacquarlo (frullarlo se si vuole) e conservarlo in frigorifero per 24 ore
  4. Consumarne da 1 a 2 cucchiai a fine pasto, rigorosamente a temperatura ambiente 

NB. Se viene riscaldato, l’amido resistente diventa nuovamente composto da amilopectina e perde la sua capacità di resistere agli enzimi.

Diventando cibo per i batteri, in presenza di disbiosi o intestino permeabile o parassiti, l’amido resistente può peggiorare i sintomi.

Ecco perché va inserito solo dopo aver riequilibrato l’intestino e va evitato da tutti coloro che soffrono di permeabilità intestinale o colon irritabile.

Quindi prima probiotici e via tutto lo zucchero e poi, una volta che l’intestino è forte, via libera agli amido resistenti.

Mai come unico piatto ma solo alla fine del pasto accompagnato da burro o da ghi.


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