Le pareti di un intestino sano sono progettate per:

  • assorbire i nutrienti utili all’organismo (che  vengono convogliati nel flusso sanguigno e da questo portati in tutto il corpo ove ce ne sia bisogno)
  • per trattenere al proprio interno materiali e sostanze che al contrario devono essere eliminati, come batteri patogeni di vario tipo, tossine, particelle di cibo non digerito, microbi e altri prodotti di scarto.

La permeabilità intestinale è una condizione che si manifesta quando la parete dell’intestino subisce dei danni ripetuti nel tempo e si indebolisce fino a non riuscire più né ad assorbire propriamente i nutrienti né a trattenere al suo interno le varie sostanze tossiche che, invece di essere espulse, finiscono nel sangue.

Questo porta l’organismo ad indebolirsi a causa del malassorbimento intestinale (i nutrienti non arrivano più nella quantità necessaria né dove servono) e ad una progressiva intossicazione del sangue che di conseguenza avvelena tutto il sistema.

In pratica le pareti dell’intestino diventano molto più porose del normale, gli spazi tra le cellule si allargano lasciando passare nel flusso sanguigno anche ciò non dovrebbe e i villi intestinali (che tappezzano le pareti dell’intestino e che sono deputati all’assorbimento dei nutrienti) subiscono una sorta di atrofia per cui diventano incapaci di svolgere la loro funzione.

Ippocrate affermava 2500 anni fa che “tutte le malattie hanno origine nell’intestino” e le ricerche più attuali in questo campo hanno dimostrato che aveva assolutamente ragione.

L’Ayurveda (la medicina tradizionale indiana) e la Medicina Tradizionale Cinese consideravano, già diversi millenni fa, l’apparato digerente come la fonte della salute o della malattia dimostrando una perspicacia e una saggezza che noi esseri umani dell’era moderna faremmo bene a recuperare al più presto.

Gli antichi lo sapevano, noi ce ne siamo dimenticati.

Quali sono le conseguenze della permeabilità intestinale?

L’intestino (e l’apparato digerente in generale) è il motore dell’organismo umano, ne è anche il difensore principale visto che circa l’80% del sistema immunitario risiede in questo organo.

Da non dimenticare anche la miriade di connessioni nervose che collegano l’intestino al cervello e che lo rendono di fatto un “secondo cervello” come ormai viene definito.

Il cervello umano è l’organo in assoluto più protetto di tutto il corpo e lo dirige in tutte le sue funzioni; come ogni bravo direttore che si rispetti il cervello ha bisogno di informazioni sullo stato di salute generale di tutto l’organismo per poter dirigere efficacemente i lavori di manutenzione, trasformazione, costruzione e riparazione che avvengono costantemente nel nostro corpo.

L’intestino è il vicedirettore, quello che ha “le mani in pasta”, che “si sporca le mani” in senso letterale e figurato, quello che raccoglie tutte le informazioni e le trasmette al grande capo che se ne sta comodamente seduto all’ultimo piano nella sua comoda camera blindata.

A questo punto è facile intuire quanto sia importante mantenere l’intestino e tutto l’apparato digerente in buona salute.

Purtroppo in genere avviene esattamente il contrario: ci si preoccupa molto poco di salvaguardare questa parte così importante del nostro organismo e oggigiorno sempre più malattie si scoprono collegate in un modo o nell’altro ad un cattivo stato di salute dell’intestino, solo per citarne alcune:

  • Asma
  • Autismo
  • Allergie
  • Malattie autoimmuni
  • Eczema e psoriasi
  • Sindrome dell’intestino irritabile
  • Artrite reumatoide
  • Diabete di tipo 1
  • Sindrome da risposta infiammatoria sistemica

Come posso capire se soffro di permeabilità intestinale?

Come posso capire se soffro di permeabilità intestinale?

Questi sono i sette sintomi principali da tenere sott’occhio:

  • Allergie alimentari – in molti casi le persone affette da allergie alimentari soffrono di permeabilità intestinale e non ne sono consapevoli.
    Il flusso costante di materiale tossico che dall’intestino passa nel sangue crea uno stato di allarme continuo nel sistema immunitario il quale produce un’enorme massa di svariati anticorpi che rendono l’organismo estremamente sensibile e reattivo non solo ad alimenti che naturalmente tendono a creare infiammazione (come il glutine e il latte e i suoi derivati) ma anche a sostanze che normalmente non costituirebbero una minaccia.
  • Malattie infiammatorie croniche intestinali – studi recenti effettuati in Ungheria hanno rilevato che, in persone che soffrono di malattie infiammatorie croniche intestinali e colite ulcerosa, un’elevata permeabilità intestinale è spesso localizzata nel colon.
    Un altro studio suggerisce che in pazienti affetti da Morbo di Crohn, la permeabilità intestinale è prevalente, in una percentuale che può arrivare anche al 20%, nella storia clinica dei congiunti del soggetto il che suggerisce una possibile componente genetica.
    In questi casi una supplementazione di zinco nella dieta si è rivelata efficace per ricostituire i legami cellulari nelle pareti dell’intestino.
  • Malattie autoimmuni – la chiave per comprendere come la permeabilità intestinale può causare malattie autoimmuni si trova in una ricerca condotto su una proteina chiamata zonulina.
    La zonulina è una proteina (scoperta nel 2000 da Alessio Fasano, pediatra, gastroenterologo e ricercatore italiano) che modula la permeabilità delle giunzioni tra le cellule della parete del tubo digerente.
    Secondo un articolo pubblicato nel 2011 nel giornale Physiologic Reviews:
    La zonulina è l’unico modulatore fisiologico delle giunzioni cellulari descritta fino ad ora che sia coinvolta nello scambio di macromolecole e, di conseguenza nell’equilibrio della risposta di immunotolleranza. Quando il preciso percorso di funzionamento della zonulina viene deregolato in individui geneticamente suscettibili possono verificarsi disordini autoimmuni, infiammatori e neoplastici intestinali ed extraintestinali”.
    Un esempio di sostanza che agisce da deregolatore della zonulina è la gliadina, una proteina presente nel glutine, che attiva la zonulina inducendo un aumento della permeabilità intestinale.
    Nel corso di uno studio effettuato da un team di ricercatori dell’Università di Bologna sono stati misurati i livelli di zonulina in quattro gruppi di individui: un gruppo di pazienti celiaci, un gruppo con sindrome dell’intestino irritabile, uno con sensibilità al glutine e infine un gruppo di volontari sani.
    I pazienti affetti da sindrome dell’intestino irritabile avevano livelli ematici di zonulina elevati ma meno della metà rispetto ai celiaci e agli individui sensibili al glutine.
    I pazienti sani presentavano invece livelli ematici di zonulina trascurabili.
    Questa scoperta è stata confermata anche da studi compiuti da ricercatori della Scuola di Medicina dell’Università del Maryland.
    Consumare glutine può quindi di frequente scatenare questo pericoloso effetto a cascata.
  • Problemi alla tiroide – uno dei disordini autoimmuni che viene direttamente influenzato dalla permeabilità intestinale è la tiroidite di Hashimoto, altrimenti conosciuta come tiroidite cronica.
    Questo disordine può portare all’ipotiroidismo (leggi qui l’articolo dedicato a questo argomento), disordini del metabolismo, affaticamento, aumento di peso, depressione e molti altri.
  • Malassorbimento intestinale – come risultato della permeabilità intestinale si ha anche una carenza di diversi nutrienti inclusi vitamina B12, magnesio e svariati enzimi che aiutano a digerire il cibo.
    Coloro che soffrono di permeabilità intestinale devono consumare cibi integri il più possibile ricchi di vitamine, minerali e nutrienti oltre a probiotici non solo per riuscire a digerire il cibo ma anche per assicurarsi il necessario apporto nutrizionale
  • Infiammazioni della pelle – oltre 70 anni fa si è osservato il legame esistente tra la permeabilità intestinale e diversi disturbi della pelle, inclusi acne, psoriasi, rosacea ed eczema.
    In questi casi la cura classica prescritta dai medici consiste in creme per uso topico costose e pericolose (ad esempio le classiche pomate al cortisone) che possono dare un sollievo momentaneo ma non risolvono la situazione e anzi rischiano di creare problemi di altro genere.
    In molti casi basterebbe riparare l’intestino per guarire anche la pelle: questo è un esempio classico di come la medicina allopatica si concentra sui sintomi invece che andare alla causa del problema.
  • Disturbi dell’umore e autismo – secondo uno studio pubblicato nel giornale Neuro Endocrinology Letters la permeabilità intestinale causa svariati disturbi neurocognitivi.
    Ad esempio la risposta infiammatoria causata dalla permeabilità intestinale provoca il rilascio di citochina (una molecola proteica prodotta da vari tipi di cellule e secreta di solito in risposta ad uno stimolo in grado di modificare il comportamento di altre cellule) e di altre sostanze chimiche che inducono la depressione.
    Riguardo all’autismo, uno studio pubblicato sul giornale Nutritional Neuroscience ha evidenziato “il circolo vizioso esistente tra lo squilibrio del sistema immunitario e la disbiosi intestinale crescente, che porta alla permeabilità intestinale, e la produzione e assorbimento di composti neurochimici e/o neurotossine xenobiotiche”.
    L’idea è che nei bambini autistici “i percorsi metabolici disturbati possono essere influenzati da alterazioni genetiche o da interferenze di sostanze xenobiotiche.
  • Grasso viscerale – a differenza del grasso sottocutaneo, quello viscerale si accumula nella cavità addominale, sotto lo strato muscolare e, se in eccesso, finisce per circondare e comprimere gli organi interni che con l’andare del tempo vanno in sofferenza.
    Oltre ai danni che questo accumulo di grasso provoca agli organi interni il pericolo del grasso viscerale risiede anche nel fatto che questo si comporta in modo anomalo rispetto al normale grasso sottocutaneo.
    Il grasso viscerale infatti agisce come una ghiandola che produce ormoni e altre sostanze chimiche che vanno ad interferire pesantemente con il normale ciclo ormonale dell’organismo causando squilibri e disordini a cascata.
    Ricerche compiute in Svezia hanno rivelato l’esistenza di un possibile legame tra permeabilità intestinale ed accumulo di grasso viscerale.
    Il grasso viscerale, insieme all’ipertensione e ad elevati livelli di zucchero e colesterolo nel sangue, è uno dei fattori che portano alla sindrome metabolica che nel tempo aumenta il rischio di problemi cardiaci, diabete e infarto. 

La permeabilità intestinale è una malattia dei tempi moderni

Un aspetto interessante della permeabilità intestinale è che si tratta di una malattia moderna.

Fino a prima del ventesimo secolo infatti non risultano riferimenti a patologie simili o che potessero in qualche modo essere collegate ad un problema del genere.

Viene quindi spontaneo domandarsi quali comportamenti l’uomo di oggi sta mettendo in atto per arrivare a procurarsi un danno del genere?

Sarebbe stupido, oltre che profondamente miope, pensare che l’alimentazione moderna non stia giocando un ruolo fondamentale nello sviluppo e nella propagazione di questa malattia e di altre che hanno origine nell’apparato digerente.

Certamente sono in gioco anche altri fattori come lo stress causato da uno stile di vita che non tiene conto dei ritmi naturali dell’organismo, l’alto consumo di medicinali che spesso vengono prescritti ed utilizzati con troppa leggerezza, l’inquinamento ambientale e di certo anche una generale perdita di responsabilità verso sé stessi e di consapevolezza.

La realtà è che l’alimentazione moderna ricca di cibi pronti, surgelati, di prodotti industriali raffinati, zuccheri, farine, alcool, prodotti pastorizzati, ecc.  ha ben poco a che vedere con quello che il nostro organismo avrebbe effettivamente bisogno di mangiare per nutrirsi correttamente ed essere in salute.

Siamo umani antichi in un’era moderna

Dal punto di vista biologico e fisiologico gli esseri umani di oggi sono ancora come quelli che vivevano nel periodo del tardo Paleolitico (il Paleolitico è il periodo storico iniziato circa due milioni di anni e mezzo fa e che si conclude circa diecimila anni fa cioè nel momento al quale si fa risalire l’inizio dell’agricoltura e della pratica dell’allevamento del bestiame).

In altre parole il nostro sistema digerente è molto antico  (in un certo senso è come se noi avessimo ancora l’intestino di una salamandra) mentre altri organi come il cervello si sono evoluti in tempi più recenti della nostra storia ancestrale.
Diecimila anni in termini di storia umana sembrano un periodo lunghissimo, ci è quasi impossibile immaginare un lasso di tempo così lungo ma in termini evolutivi quegli stessi diecimila anni sono un battito di ciglia.

I cambiamenti genetici, che interessano tutti gli esseri viventi e che inevitabilmente si manifestano nel corso del tempo, hanno bisogno di periodi lunghissimi per attecchire a livello di DNA in maniera stabile e per propagarsi in tutta la popolazione di una determinata specie.

Inoltre più individui conta questa specie più tempo ci vorrà perché questi cambiamenti si propaghino e si stabilizzino.

Parliamo di periodi di tempo che possono variare da diverse decine di migliaia di anni a molte centinaia di migliaia ecco perché noi siamo ancora umani del Paleolitico (cosa che è stata ampiamente confermata da ampi ed estesi studi fatti su resti umani ritrovati risalenti a quel periodo)  che però si nutrono di molti alimenti che sono totalmente estranei alla nostra fisiologia e biologia.
Il prezzo che stiamo pagando in termini di salute e benessere cresce di giorno in giorno e continuerà a farlo fino a che ognuno di noi non deciderà di assumersi la piena responsabilità verso sé stesso e inizierà a cambiare le cose.

Cosa dicono i medici della permeabilità intestinale?

Cosa dicono i medici della permeabilità intestinale?

In questo quadro già piuttosto complesso entra anche l’approccio al problema della classe medica che in effetti in linea di massima non aiuta.

Per molti medici la sindrome da permeabilità intestinale è ancora un mistero, un’area grigia, che spesso non viene nemmeno presa in considerazione come possibile causa di altre patologie.

Ciò è probabilmente dovuto, almeno in parte, al fatto che, come abbiamo detto in precedenza, si tratta di una malattia moderna che comincia ad essere osservata soltanto ora ma non si può escludere anche una certa miopia della classe medica.

Secondo quanto afferma il gastroenterologo Donald Kirby, Direttore del Center for Human Nutrition della Cleveland Clinic, “Physicians don’t know enough about the gut, which is our biggest immune system organ. (I medici non sono molto informati riguardo all’intestino che è l’organo più grande del nostro sistema immunitario) ”.

A peggiorare le cose entrano a gamba tesa anche Agenzie Governative che hanno contribuito ad aumentare la confusione sull’argomento.

Ad esempio secondo il United Kingdom’s National Health Service (Servizio Sanitario Nazionale del Regno Unito): “There is little evidence to support this theory, and no evidence that so-called “treatments” for “leaky gut syndrome”, such as nutritional supplements and a gluten-free diet, have any beneficial effect for most of the conditions they are claimed to help.” (Ci sono scarse prove a supporto di questa teoria e nessuna prova che i cosiddetti trattamenti per la sindrome da permeabilità intestinale, nella forma di supplementi nutrizionali e di una dieta priva di glutine, abbiano effetti benefici per molte di queste condizioni che dichiarano di curare).

Per fortuna non tutti seguono questa linea di pensiero.

Linda A. Lee, gastroenterologo e Direttore del Johns Hopkins Integrative Medicine and Digestive Center  afferma che: “We don’t know a lot but we know that it exists.”  Nevertheless, “In the absence of evidence, we don’t know what it means or what therapies can directly address it.” (Non sappiamo molto ma sappiamo che esiste. Ciò nonostante in mancanza di prove, non sappiamo cosa significhi e quali terapie potrebbero trattare il problema).

Questo è in effetti un punto cruciale.

Nell’ambiente medico se per una malattia mancano criteri diagnostici standard vengono di conseguenza a mancare anche terapie e trattamenti specifici.

Questo è purtroppo il limite di una visione dell’individuo troppo meccanicistica e codificata che caratterizza la medicina occidentale moderna.

Oltre a ciò se non esistono modelli curativi di provata efficacia la maggior parte dei medici si ritrova a non avere altra possibilità che andare “sul sicuro” e limitarsi a prescrivere medicinali per il mal di stomaco, ulcere gastriche o anti acidi.

Visto che molti medici ancora non riconoscono l’esistenza di questo problema o lo sottovalutano, è importante per te comprendere cos’è la permeabilità intestinale e cosa puoi fare se sospetti di soffrirne tu o che ne sia affetta qualcuna delle persone a te vicine.

In questo modo, anche se il medico non dovesse cogliere gli indizi disseminati sul sentiero, tu avrai una conoscenza che ti mette in grado di fare i necessari cambiamenti nella dieta e nello stile di vita.

In un prossimo articolo parleremo proprio di cosa si può fare per migliorare la salute dell’intestino e mettere l’organismo nella condizione di curarsi da solo.

Non si può parlare di guarigione, perché sarebbe azzardato e perché ogni persona è un caso a sé stante, ma certo si tratta di cambiamenti che possono essere di enorme aiuto nel proprio percorso di recupero della salute.

Fonti