Gli integratori colmano davvero la carenza di calcio?

Da svariati decenni ci sentiamo ripetere che l’osteoporosi è una delle conseguenze inevitabili dell’età che avanza.

Diamo per scontato che, prima o poi, dovremo assumere integratori di calcio per contrastare la malattia.

Questo vale soprattutto per le donne.

Quando entrano in menopausa, sono più a rischio di osteoporosi a causa del calo di estrogeni tipico di questo periodo.

L’osteoporosi non risparmia nemmeno gli uomini, che ne sono comunque soggetti, anche se in genere più tardi rispetto alle donne.

Ecco quindi che, da una certa età in poi, iniziamo ad assumere integratori convinti che questa sia la soluzione alla carenza di calcio.

Spesso questi integratori vengono assunti senza alcun controllo medico e la gente è propensa a credere che, quando si tratta di calcio, più è meglio è. 

Come hanno però dimostrato studi recenti, la realtà è un’altra.

Gli integratori di calcio aumentano il rischio di infarto

Carenza di calcio integratori

Nell’aprile del 2011, uno studio pubblicato sulla prestigiosa rivista British Medical Journal, portò all’attenzione della comunità medica internazionale risultati sorprendenti in merito alla relazione tra calcio e salute del cuore.

Secondo questo studio, le donne che assumono integratori di calcio sono più esposte al rischio di aterosclerosi, infarto e ictus rispetto a quelle che non li assumono.

Le conclusioni non lasciavano dubbi: l’aumento del rischio di morte per coronaropatie legate all’assunzione di integratori di calcio, superava di gran lunga qualsiasi beneficio alla salute delle ossa.

Quella pubblicata nel 2011 non fu la prima ricerca a riferire questa scoperta sorprendente.

Si trattava infatti del terzo studio che confermava una tendenza già apparsa nei due studi precedenti.

Il fattore mancante

Se ci limitassimo a tirare le somme in modo superficiale, si dovrebbe quindi concludere che gli integratori di calcio fanno male e che sarebbe meglio smettere di assumerli.

Andando ancora oltre, si arriverebbe a concludere erroneamente che il calcio fa male e che bisognerebbe evitarlo come la peste.

Il problema è che ricerche di questo tipo prendono in considerazione un solo elemento alla volta, in questo caso il calcio, senza considerare che ogni sostanza che entra nel corpo agisce in sinergia con molte altre.

Si tratta di uno dei difetti più evidenti della ricerca scientifica moderna che tende ad operare per compartimenti stagni piuttosto che su una visione globale d’insieme.

Nel caso del calcio, derivante da integratori o dal cibo, il problema è che quando entra nell’organismo tende a depositarsi nelle arterie e nei tessuti molli piuttosto che andare dove effettivamente serve cioè ossa, denti, ecc.

Questo però non accade quando nell’organismo è presente in quantità sufficiente un’altra sostanza, il fattore mancante appunto, della quale si è spesso carenti senza saperlo.

Si tratta di una vitamina liposolubile a lungo incompresa e sottovalutata: la vitamina K2.

Osteoporosi e aterosclerosi: le due facce della carenza di calcio

Carenza di calcio osteoporosi

Osteoporosi e aterosclerosi a prima vista potrebbero sembrare due patologie agli antipodi: da una parte la carenza di calcio nelle ossa e dall’altra un eccesso di calcio nelle arterie.

Anche se ci sono diversi fattori che contribuiscono all’insorgere di questi disturbi, alla base c’è un meccanismo comune cioè un metabolismo del calcio malfunzionante causato dalla carenza di vitamina K2.

La vitamina K2, infatti, svolge l’importantissimo compito di convogliare il calcio nelle ossa, aumentando quindi la loro densità e la resistenza dello scheletro alle fratture.

Nello stesso tempo la K2 impedisce la calcificazione delle arterie ed è anche in grado di rimuovere le placche di calcio già esistenti.

La K2 produce anche effetti su alcune delle principali malattie dei nostri tempi tra cui diabete, cancro, Alzheimer, sterilità e carie dentarie.

Per non parlare della sua importanza nello sviluppo di bimbi sani in gravidanza.

Quindi assumere integratori di calcio o aumentare la quantità di calcio presente nella dieta, senza tenere in considerazione il ruolo della K2, non risolve la carenza di calcio.

Nello stesso tempo predispone ad un accumulo di calcio nelle arterie con inevitabili conseguenze per la salute del cuore.

Carenza di calcio e vitamina D

La vitamina D, un altro nutriente liposolubile indispensabile per la salute delle ossa e non solo, si è guadagnata, nell’ultimo decennio, le luci della ribalta.

Spesso infatti si parla della vitamina D come dell’elemento fondamentale per risolvere la carenza di calcio e quindi prevenire l’osteoporosi.

Anche in questo caso, però, la realtà è un po’ diversa.

Si è visto infatti che l’assunzione di integratori di calcio aumenta il rischio di infarto o ictus con o senza la vitamina D, dimostrando quindi che in questo caso essa non ha gli effetti protettivi che le vengono attribuiti.

Addirittura l’enorme popolarità della vitamina D potrebbe arrivare a peggiorare il problema perché in alcuni casi assumerla aumenta il livello di calcificazione delle arterie.

Più precisamente la vitamina D accelera l’accumulo di calcio nelle arterie quando c’è carenza di vitamina K2.

Vitamina D e K2

Nel corso degli anni sono stati condotti svariati studi su questo argomento che hanno dato risultati contraddittori.

In alcuni casi, ad un aumento della vitamina D, corrispondeva una diminuzione della calcificazione delle arterie.

In altri casi, i risultati erano proprio l’opposto e a maggiori livelli di vitamina D corrispondeva un aumento delle placche di calcio nelle arterie.

Questi risultati, apparentemente contraddittori, si spiegano solo comprendendo come la vitamina D agisce sull’assimilazione del calcio e, ancora una volta, come la vitamina K2 interviene in questo processo.

La vitamina D infatti aumenta l’assorbimento del calcio a livello dell’intestino e questo è naturalmente un beneficio per le ossa.

Una volta però che il calcio è stato assorbito nella circolazione sanguigna, la vitamina D non ha più alcun ruolo e non può in alcun modo influenzare la sua destinazione.

In mancanza di un’adeguata quantità di vitamina K2 infatti una parte del calcio arriva nelle ossa ma la maggior parte di esso finisce nelle arterie.

Questo spiega perché il fatto che la vitamina D aumenti la disponibilità di calcio per l’organismo, può essere controproducente senza l’azione della vitamina K2 che trasporta il calcio dove è necessario.

Ed ecco perché, se in caso di carenza di calcio si rende necessario assumere integratori di vitamina D, bisogna associare sempre anche l’assunzione di un integratore di vitamina K2.

In che modo la K2 regola il trasporto del calcio?

La vitamina K2 è in grado di attivare alcune proteine speciali che spostano il calcio all’interno del corpo.

La prima di queste è l’osteocalcina, una proteina che viene prodotta dagli osteoblasti (le cellule responsabili della formazione dell’osso) e dagli odontoblasti (che hanno la stessa funzione, nel caso dei denti).

Questa proteina lega il calcio nelle ossa e nei denti, dove effettivamente serve.

La vitamina K2 attiva anche un’altra proteina chiamata proteina GLA della matrice o MGP (dall’inglese Matrix GLA protein) che ripulisce i depositi di calcio da arterie e vene dove invece sarebbe dannoso.

Il problema è che queste proteine restano inattive in caso di carenza di vitamina K2, causando l’indebolimento delle ossa e l’indurimento delle arterie.  

Quando invece c’è abbondanza di vitamina K2, il metabolismo del calcio funziona correttamente, le ossa restano forti e le arterie si mantengono pulite. 

Vitamina K1 e vitamina K2: agiscono entrambe sulla carenza di calcio?

La scoperta della vitamina K risale agli anni Trenta del secolo scorso ad opera di un biochimico danese.

Solo dopo circa un decennio, un ricercatore americano riuscì ad identificare con successo il nutriente e la sua struttura.

Fin dall’inizio fu evidente che la vitamina K si presentava in due forme distinte, definite vitamina K1 e vitamina K2, e qui iniziarono i malintesi:

  • le due vitamine furono considerate varianti strutturali della stessa vitamina e non nutrienti distinti con proprietà differenti (come in effetti sono)
  • sulla base degli studi iniziali che avevano portato alla scoperta della vitamina K, si pensò che la sua unica funzione fosse legata alla coagulazione del sangue
  • la carenza di vitamina K fu ritenuta come un problema raro ed evidente dato che la sua mancanza veniva associata solo a disturbi nella coagulazione sanguigna

In realtà, le due ultime affermazioni sono vere per la vitamina K1 ma assolutamente errate per la vitamina K2.

I malintesi che hanno accompagnato la scoperta di questo importante nutriente fanno sentire i loro effetti ancora oggi.

Infatti spesso la vitamina K viene genericamente citata come benefica per la salute delle ossa.

In realtà esistono diverse forme di vitamina K ma solo la K2 (anche detta menachinone-7 o MK 7) svolge, come abbiamo visto, una funzione fondamentale nel metabolismo del calcio.

Carenza di calcio e latticini

Carenza di calcio alimenti

L’idea che per contrastare la carenza di calcio si debba consumare una grande quantità di latte e derivati è ben radicata e dura a morire.

Li consigliano ancora medici e nutrizionisti che, evidentemente, non sono aggiornati sulle scoperte in campo nutrizionale degli ultimi decenni.

Oggi sappiamo che un alto consumo di latte e derivati non solo non risolve la carenza di calcio ma risulta anche collegato, in modo chiaro ed evidente, alla possibilità di sviluppare diverse malattie tra cui:

  • tumori (in particolare all’apparato riproduttivo)
  • malattie della pelle come acne e psoriasi
  • disturbi all’apparato respiratorio (che possono portare all’asma)
  • disturbi della digestione come crampi, gonfiore e gas, diarrea e nausea (provocati in particolare da intolleranza al lattosio, molto più comune di quanto si creda).

Leggi l’articolo “I 7 benefici di una dieta senza latticini e le 5 migliori alternative al latte” per approfondire l’argomento.

In realtà, si tende a dimenticare che il calcio non è contenuto soltanto in latte e derivati ma è presente anche in tantissimi altri cibi.

Alcuni di questi sono talmente ricchi di una straordinaria varietà di nutrienti che si possono considerare dei veri e propri superfoods.

Altri cibi ricchi di calcio

Alcuni cibi ricchi di calcio che puoi introdurre nella tua alimentazione sono:

Ricorda però che anche il calcio assunto tramite la dieta ha bisogno dell’intervento della vitamina K2 per essere distribuito dove serve.

Conclusione

Un’alimentazione sana, equilibrata e variata, come quella che insegniamo nel SAUTÓN Approach, associata all’esercizio fisico appropriato, è il modo migliore per mantenere in salute le tue ossa, i denti e il cuore.

Quando però, a causa del passare degli anni o di disturbi che possono provocare carenza di calcio, è necessario ricorrere ad integratori, è fondamentale che questi vengano assunti in tandem con la vitamina K2.

Assicurati che si tratti di menachinone-7 o MK 7, che puoi prendere senza timori. Anche a dosi elevate, la sua assunzione non ha mostrato effetti collaterali o nocivi.

Per sicurezza comunque rivolgiti ad un esperto per avere indicazioni su dosaggio e modalità di assunzione.


Fonti:

La vitamina che ti farà vivere 100 anni” di Kate Rhéaume-Bleue, ed. Newton Compton

Vitamin K intake and bone mineral density in women and men

What Are the Benefits of Vitamin K2?


Leggi anche:

Vitamina K: benefici, carenze, controindicazioni


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