Matteo ci racconta la sua impresa: Roma – Napoli in sella ad una bici, 230 chilometri in 7 ore.  

Matteo è uno sportivo doc, lo sport fa parte della sua vita: percorre circa 16.000 chilometri in bici in un anno e durante la settimana si allena a corpo libero.

È inoltre un accompagnatore di montagna del Club Alpino Italiano e in passato ha gestito con un’associazione un rifugio a 2102 metri di quota sugli Appennini abruzzesi.

Ingegnere delle telecomunicazioni, marito e padre di tre bambini, Matteo è un tipo curioso e la sua curiosità l’ha portato a scoprire il mondo SAUTÓN e il suo approccio chetogenico, da spettatore prima e da studente poi.

Matteo come sei arrivato a SAUTÓN ?

SAUTÓN per sportivi doc

Sono sempre stato curioso e convinto che tutto inizia da ciò che mangiamo e pertanto, nei ritagli di tempo, mi sono messo a leggere come il cibo interagisce con il nostro quotidiano.

E qui ho scoperto un piccolo angolo del mondo SAUTÓN.

Cosa ti ha spinto ad iscriverti alla SAUTÓN Academy?

Non ero profondamente cosciente di cosa succedesse al mio stato di salute, del livello della mia energia e dello stato di infiammazione.

Per questo, dopo aver partecipato alla presentazione dell’Academy, ho pensato che fosse arrivato il momento.

Volevo capire, prendere coscienza di come far sì che tutto il nutrimento venisse trasformato per darmi la giusta energia attraverso l’uso di un carburante adatto a me.

Inoltre mi ha spinto il desiderio di trasmettere alla mia famiglia uno stile di vita sano.

Com’era la tua alimentazione prima di conoscere e sperimentare l’approccio SAUTÓN ?

Ho fatto molti esperimenti con me stesso passando per vari stili alimentari: dieta mediterranea, macrobiotica, vegetariana, eccetera.

Ho raggiunto anche risultati interessanti: sono alto 1,81 m e da 106 chili sono arrivato a pesare 74,5 chili con l’11% di massa grassa.

Pratichi molto sport, sei un ciclista e sei qui per sfatare il mito che per essere dei veri sportivi si abbia bisogno di zuccheri. Chetogenica sì, ma quando si tratta di sport, specie a livello agonistico, gli zuccheri non si toccano. Ma è davvero così?

Fino a qualche anno fa nell’ambiente del ciclismo si parlava tantissimo di dieta chetogenica.

Negli ultimi tempi, invece, sembrano essere tornati di gran moda i carboidrati, con strategie di integrazione durante lo sforzo che ne prevedono dosi massicce.

Entrambe sono strategie nutrizionali, ma molto diverse tra loro.

Qual è la tua esperienza in proposito?

Secondo me non c’è una verità assoluta ma si tratta di due modalità per raggiungere uno stesso scopo.

Si possono prendere diverse strade per cercare di raggiungere gli stessi obiettivi: si può usare la via dei chetoni, che implica l’utilizzo dei grassi come fonte di energia, oppure quella più classica dei carboidrati.

O, ancora, mangiare meno nel pre-attività, stimolando il fisico a sfruttare come fonte energetica i grassi accumulati.

Quest’ultima è una strategia molto usata dagli atleti impegnati nelle ultra-distanze, specie nel running.

L’elemento chiave, in ogni caso, è ricordarsi che a comandare devono essere sempre le sensazioni e dunque è fondamentale che l’atleta, di qualsiasi livello, impari ad ascoltarsi.

Il mese scorso hai compiuto con grande successo un’impresa per la seconda volta: Roma – Napoli in bici, 230 chilometri per ben 7 ore. Puoi raccontarci del tuo ottimo rendimento, usando come carburante per bruciare energia i grassi anziché gli zuccheri? Come ti sei organizzato e come ti sei nutrito durante il tragitto?

Esperienza con SAUTÓN

Io mi sono organizzato nel modo seguente:

Ho fatto colazione alle 6.30 con:

  • 200 g di stufato di manzo
  • 250 g di scarola saltata in padella
  • 200 g di zucca al forno con farina di chufa

Ho pedalato per 100 km (tre ore) senza alcun calo di energia.

Alle 11.00 ho fatto la prima sosta dove ho mangiato mezza porzione di una keto cremina/gel preparata con:

  • 1 cucchiaio di proteine dei semi di girasole
  • 3 cucchiaini di superfoods (uno di guaranà, uno di açai, uno di spirulina)
  • 1 cucchiaino di farina di banana verde
  • 1 cucchiaio di ghi
  • 1 cucchiaino di olio di cocco
  • 1 cucchiaio di olio MCT liquido
  • 1/2 cucchiaino di eritritolo
  • 1/2 cucchiaino di cannella
  • acqua tiepida quanto basta per dare alla crema una consistenza semi-liquida, in modo da berla pedalando

A seguire:

  • 4 capsule di amminoacidi
  • 1,5 panini ai semi di lino farciti con 200 g di scarola + 3 cucchiaini di ghi

Alle 13.30 ho fatto un’altra sosta dove ho terminato l’altra mezza porzione della keto cremina/gel (conservata in una bottiglietta di plastica da 150 ml).

A seguire Omelette di due albumi con curcuma, cannella e psillio farcita con:

  • crema istantanea con 2 tuorli + 1 cucchiaino di lucuma + 2 cucchiaini di ghi + 1 cucchiaino di olio di cocco + 2 cucchiaini di cacao
  • 3 cucchiaini di olio di cocco

Arrivato a destinazione, alle 16:30 ho mangiato quel che mi era rimasto:

  • 4 capsule di amminoacidi
  • 2 panini
  • 3 cucchiaini di ghi

Una volta a Napoli, i miei amici ciclisti mi hanno portato a mangiare la pizza e il babà, che non ho mangiato e, cosa meravigliosa, non mi è pesato perché non mi sono sentito affatto attratto da questi alimenti ed anche perché ero sazio, ben nutrito e pieno di energia.

Hai fatto ricorso anche a degli integratori?

Sì:

  • 1 capsula di Body prima di colazione (mix di aminoacidi essenziali e formula definitiva per tonificare il corpo, che fornisce un’energia forte e bilanciata)
  • Ammino (aminoacidi durante la pedalata, dopo 3 e 6 ore di sforzo fisico intenso e continuativo)
  • Glutammina, 2 capsule prima di dormire (per aiutare il recupero, inibire il sovrallenamento e favorire la costruzione del muscolo)

So che è una impresa che hai fatto anche lo scorso anno ma alimentandoti durante il percorso con mini-pasti e snack a base di carboidrati. A conti fatti la performance è risultata migliore bruciando e ricavando energia dagli zuccheri o dai grassi?

Lo scorso anno ho percorso la tappa mangiando ogni ora panini con burro e marmellata, con tonno e il classico formaggio spalmabile.

Sono arrivato più o meno con lo stesso tempo, quindi una performance simile.

Hai notato una differenza di resa?

L’anno scorso, rispetto a quest’anno, sono arrivato stanco morto, svuotato e mi sono addormentato in treno al ritorno per due ore filate.

Il giorno dopo ero molto provato.

Questa volta la situazione si è completamente ribaltata: sono restato sveglio e presente a me stesso e ho anche studiato per l’Academy, in vista dell’imminente ripasso di gruppo e del successivo esame.

E in merito al recupero cosa ci racconti?

Il giorno dopo, e quelli successivi, mi sono svegliato sempre alle 6.30, la mia nuova abitudine da quando frequento il mondo SAUTÓN, energeticamente a posto e con un bellissimo ricordo dell’esperienza fatta.

Anche tu avevi delle riserve, delle resistenze o hai avuto subito fiducia nell’applicare l’approccio chetogenico anche nello sport?

Chiaramente essendo il primo esperimento, avevo tanti dubbi.

Per questo ho tartassato di domande i coach per capire come organizzarmi al meglio, come  costruire un menù “trasportabile” in quelle esili taschine dell’abbigliamento ciclistico.

Posso dire, ad oggi, di essere davvero stupito, non mi aspettavo tutto ciò, tanto è vero che avevo valutato il percorso vicino alle stazioni dei treni in modo da poter tornare a casa in caso di fallimento dell’impresa.

Invece tutto si è concluso secondo quanto progettato.

Quindi è possibile fare sport, allenarsi diminuendo lo zucchero? 

Assolutamente sì.

La mia “impresa” l’ho fatta durante l’ottava settimana consecutiva di Restart e praticando regolarmente il digiuno intermittente con uno schema 15:9.

Cosa consigli a chi è uno sportivo ma ha ancora paura di restare senza zuccheri durante una gara o gli allenamenti?

Come dicevo precedentemente, bisogna saper ascoltare se stessi ed essere pronti ad un cambio di carburante.

Non tutto è arrivato “gratis”.

Ho passato la seconda e parte della terza settimana di Restart con una stanchezza profonda e non riuscivo a pedalare e ad allenarmi per niente.

È chiaramente una fase transitoria che è meglio far coincidere nei periodi di recupero o di riposo dall’attività agonistica o amatoriale intensa.

Sta di fatto che, una volta cambiato il carburante, io mi sento molto più stabile energeticamente durante il giorno e durante le mie intense attività fisiche.

Perché uno sportivo dovrebbe scegliere di seguire la dieta chetogenica e in particolare l’approccio SAUTÓN?

Perché uno sportivo dovrebbe scegliere il SAUTÓN Approach

Lucidità, chiarezza mentale, velocità di ragionamento, qualità del sonno e del riposo, forza e resistenza: sono solo alcuni dei benefici dell’approccio chetogenico nutrizionale che sto seguendo.

Senza contare che il mio appetito si è riequilibrato, la mia energia è più stabile e mi permette di allenarmi continuamente ad alti regimi.

Non solo.

Il glicogeno che “risparmio” bruciando grassi, mi aiuta nei brevi scatti ad alta intensità che pratico durante le sessioni di ciclismo.

Anche il recupero post-workout ci guadagna, grazie al basso livello di infiammazione del corpo, garantito dall’approccio chetogenico nutrizionale.

Grazie Matteo della tua preziosa testimonianza. Un gran bel successo ed una dimostrazione di quanto sia superiore il carburante grasso rispetto allo zucchero.

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