Altissimo è ancora il numero di persone che ogni giorno muoiono a causa di una patologia oncologica.

Nonostante gli enormi sforzi, l’impiego di risorse messe in campo nel corso degli anni, la battaglia contro il cancro, iniziata da Richard Nixon negli anni 60, non l’abbiamo ancora vinta ed i tassi di mortalità ci parlano di un traguardo ancora lontano da raggiungere.

D’altro canto molti sono gli scienziati che stanno seguendo e sperimentando vie alternative che hanno però il difetto di non essere brevettabili.

In questo articolo esploreremo queste vie che vedono come protagonista la Vitamina C, considerata la regina di tutte le vitamine.

E in modo particolare vedremo come possa migliorare l’efficacia della chemioterapia e della radioterapia.

Ecco l’indice dell’articolo:

La Vitamina C migliora l’efficacia della chemioterapia e della radioterapia

La Vitamina C migliora l'efficacia della chemioterapia e della radioterapia

Che la Vitamina C, nella maggior parte delle terapie, venga somministrata per via orale, è prassi consolidata, ma degli scienziati dell’Università dello Iowa hanno dimostrato come, somministrandola per via endovenosa, sia in grado di degradare le cellule tumorali.

Il punto cruciale è il maggiore livello di concentrazione che si registra nel sangue, da 100 a 500 volte superiore rispetto ai livelli che si ottengono con la somministrazione orale, soggetta al metabolismo intestinale e alle vie di secrezione.

In studi, sia in provetta sia su topi, si è visto che la Vitamina C, ad alti livelli, agisce uccidendo in modo selettivo le cellule tumorali e risparmiando quelle sane.

Lo studio è stato pubblicato nel 2017 sulla rivista Redox Biology e spiega nel dettaglio le reazioni biochimiche che avvengono (1).

Come la Vitamina C provoca la morte delle cellule tumorali

Somministrando alti dosi di Vitamina C (ascorbato), per via endovenosa, la sua ossidazione libera un flusso elevato di perossido di idrogeno, l’acqua ossigenata per intenderci.

Tutte le cellule sono dotate di un meccanismo interno per rimuovere il perossido di idrogeno, mantenendolo a livelli di sicurezza per non creare danni.

Ora, mentre quelle sane vi riescono, le cellule tumorali sono meno efficienti e, di fronte ad un flusso elevato, soccombono.

L’equipe del Dottor Buettner, professore di oncologia delle radiazioni e membro dell’Holden Comprehensive Cancer Center presso l’Università dell’Iowa, ha osservato come in media, le cellule normali, siano in grado di rimuovere il perossido di idrogeno ad una velocità due volte superiore rispetto alle cellule tumorali. 

Non tutti i tumori reagiscono allo stesso modo alla terapia…

Le cellule, per espellere il perossido di idrogeno generato dalla decomposizione della Vitamina C, si servono dell’enzima catalasi.

Si è scoperto che, quando questo tipo di attività enzimatica nelle cellule è inferiore, queste sono più suscettibili ai danni e alla morte quando vengono esposte ad elevate quantità di Vitamina C.

Così conclude il professor Buettner:

I nostri risultati suggeriscono che i tumori con bassi livelli di catalasi sono probabilmente i più sensibili alla terapia con Vitamina C ad alte dosi, mentre i tumori con livelli relativamente alti di catalasi possono essere i meno reattivi“.

Quali sono i tumori che reagiscono meglio?

Studi eseguiti presso il Lewis Cantley del Weill Cornell Medicine a New York hanno evidenziato come alte dosi di Vitamina C iniettate in endovena aiutino ad uccidere ed eliminare le cellule di cancro del colon rettale, rallentare la crescita delle cellule del carcinoma della prostata, del pancreas e del fegato (2).

Vitamina C, cancro e infiammazione

Ormai è noto come l’infiammazione cronica sia sinonimo di elevato rischio di cancro e la ricerca mostra come il trattamento con Vitamina C somministrata in endovena abbassi le citochine pro-infiammatorie e la proteina C reattiva, e come, a cascata, si noti una riduzione nelle dimensioni del tumore, riducendo così anche il rischio di metastasi.

Uno studio fatto dagli scienziati della Clinica Riordan, che hanno proseguito il lavoro di Linus Pauling sulla Vitamina C, ha registrato una risposta positiva nel 75% dei pazienti.

Tre vie alternative nella lotta contro il cancro

Tre vie alternative nella lotta contro il cancro

La Vitamina C è stata isolata nel 1928, ma solo da un paio di decenni si sono intensificate ricerche e studi clinici. 

Uno di questi è stato presentato al mondo da un gruppo di oncologi turchi ed ha evidenziano come la combinazione di tre vie, rendano molto più efficaci i protocolli convenzionali di chemioterapia:

  1. Alte dosi di Vitamina C
  2. Chetosi nutrizionale
  3. Digiuno intermittente

Cos’è e in cosa consiste la chetosi nutrizionale?

La chetosi è uno stato assolutamente naturale per l’uomo ed è uno di quei meccanismi antichi che ha permesso all’essere umano di sopravvivere anche nelle condizioni più estreme e di arrivare fino ad oggi.

È un processo che avviene quando bruciamo grassi per vivere ed è una condizione tipica quando si segue un regime alimentare chetogenico che prevede la riduzione dei carboidrati a favore di grassi e proteine.

In mancanza di zuccheri e quindi di glucosio, il corpo produce delle molecole chiamate “chetoni”, che vengono usate per produrre energia, uno switch che sembra non siano in grado di effettuare le cellule cancerose.

Ecco che eliminare fonti di glucosio dall’alimentazione contribuisce a metterle in difficoltà, le indebolisce impedendo loro di proliferare.

Dieta chetogenica e digiuno terapia nella lotta contro il cancro

Dieta chetogenica e digiuno terapia nella lotta contro il cancro

Una terapia innovativa sperimentata nel centro di Oncologia e ChemoThermia in Turchia dal Dott. Abdul Kadir Slocum, consiste nel creare uno stress metabolico nelle cellule tumorali facendo seguire al paziente una dieta chetogenica, priva di zuccheri.

Il secondo step consiste nell’affamare e indebolire ancor più le cellule malate, tramite un digiuno intermittente di minimo 14 ore, e solo dopo viene somministrato il farmaco chemioterapico.

Si è visto che, seguendo questa prassi, il farmaco è altrettanto efficace impiegandone una dose minore, riducendo così gli effetti collaterali.

Nei giorni successivi si procede con infusione in vena di alte dosi di Vitamina C e con altre pratiche tra cui: ipertermia, ossigenoterapia iperbarica, integratori e inibitori della glicolisi.

Conclusione

Mantenere una chetosi nutrizionale e il digiuno per un minimo di 14 ore prima del trattamento di chemioterapia, in combinazione con alte dosi di Vitamina C, fa sì che si crei un terreno ostile al proliferare delle cellule tumorali.

Questa sembra essere la chiave della elevata percentuale di successo raggiunto dal Centro di Oncologia e di ChemoThermia in pazienti con tumori allo stadio molto avanzato.

Inoltre studi sull’uomo indicano anche che la Vitamina C, assunta in endovena, può contribuire a migliorare i sintomi associati al trattamento chemioterapico quali affaticamento, nausea, vomito, dolore, perdita di appetito e come, in generale, possa migliorare la qualità complessiva della vita.

Fonti:

1- Tumor cells have decreased ability to metabolize H2O2: Implications for pharmacological ascorbate in cancer therapy (1)

2- Vitamin C selectively kills KRAS and BRAF mutant colorectal cancer cells by targeting GAPDH (2)

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