Negli Stati Uniti, circa 60 milioni di adulti sono affetti da reflusso gastroesofageo.

Tra questi, secondo i dati statistici raccolti dall’ospedale della Florida, 25 milioni convivono ogni giorno con i sintomi legati a questo disturbo.

In Europa non è che le cose vadano meglio.

In Italia ne soffre il 15% della popolazione, ma la percentuale aumenta al 30%, se si considerano altri sintomi collegati a questa condizione.

Purtroppo il reflusso gastroesofageo nella popolazione occidentale è in rapido aumento.

Uno studio norvegese a lungo termine, pubblicato sulla rivista Gut, nel Dicembre del 2011, ha rivelato che il numero di persone che ne soffrono almeno una volta alla settimana, è aumentato di circa il 50% negli ultimi 10 anni.

I ricercatori norvegesi hanno infine osservato che l’aumento del reflusso è parallelo al numero di persone obese e in sovrappeso (1).

Risultati che devono farci riflettere e che sollevano preoccupazioni tra gli addetti ai lavori, in quanto ciò porterà, dicono, ad un aumento del cancro dell’esofago, un tumore una volta raro ed ora più comune e difficile da trattare.

In questo articolo conosceremo meglio come funziona lo stomaco, esamineremo le cause legate al reflusso gastroesofageo, i sintomi più comuni, le complicazioni ed infine i rimedi naturali per combatterlo e prevenirlo.

Lo stomaco: un efficiente laboratorio chimico

Il nostro stomaco è uno straordinario laboratorio chimico, attrezzato per una corretta digestione del cibo, in particolare grassi e proteine.

Lo stomaco produce succhi gastrici, liquidi composti da acido cloridrico, ed enzimi.

Servono per aggredire e scomporre il cibo che ingoiamo dopo aver viaggiato attraverso l’esofago.

A differenza di quanto siamo portati a credere, l’ambiente dello stomaco necessita di un alto grado di acidità, il cui valore di Ph si attesta attorno ad 1.6, valore necessario per l’attivazione dell’enzima pepsina deputato alla digestione delle proteine.

Un livello di acidità così elevato non è affatto dannoso per lo stomaco e non deve spaventare: le sue pareti sono protette da uno strato di muco a base di bicarbonato che funge da barriera.

Lo stesso invece non può dirsi delle pareti dell’esofago, prive di ogni protezione e molto sensibili.

Cos’è il reflusso gastroesofageo

Reflusso gastroesofageo

Quando l’equilibrio tra muco e succhi gastrici si altera, per motivi che vedremo tra poco, nello stomaco si crea un’eccesiva acidità che intacca la valvola Cardias, chiamata anche sfintere esofageo inferiore (LES).

Si tratta di una valvola “cuscinetto” tra stomaco ed esofago che funge da barriera antireflusso e che dovrebbe aprirsi solo in caso di eruttazione o di vomito.

Il Cardias si rilassa in fase di riposo e si contrae quando inizia la digestione, isolando lo stomaco ed impedendo ai succhi gastrici di risalire nel canale dell’esofago.

Quando i succhi gastrici contengono una concentrazione di acido cloridrico in eccesso, questi intaccano anche la valvola, causandone il malfunzionamento.

Il Cardias inizia ad aprirsi quando non dovrebbe, permettendo così il passaggio verso l’alto dei succhi gastrici che irritano le pareti dell’esofago causando i sintomi di bruciore, tipici del reflusso.

Segnali e sintomi associati al reflusso gastroesofageo

Se soffri di questa condizione, probabilmente avrai sperimentato uno o più tra questi sintomi:

  • difficoltà a deglutire
  • dolore al torace
  • sensazione di un nodo o mal di gola
  • rigurgito del cibo
  • gonfiore e nausea
  • mal di stomaco

La sintomatologia può estendersi ed interessare anche organi al di fuori dell’apparato digerente, manifestandosi sotto forma di asma, tosse cronica e laringiti.

Il reflusso gastroesofageo associato a dolore allo stomaco può invece indicare la presenza di un problema al sistema digestivo più significativo che, se non trattato, potrebbe comportare gravi rischi per la salute.

Se questo è il tuo caso, sottoponilo all’attenzione del medico.

Quando il disturbo diventa una malattia

Il termine “bruciore di stomaco” non è esatto e si riferisce al dolore che in realtà accusi nella parte inferiore del torace o nella parte posteriore della gola.

Se il disturbo non è più occasionale e sporadico, ma ne sei vittima almeno una volta a settimana, si tratta di una vera e propria patologia definita in ambito medico, MRGE, malattia da reflusso gastroesofageo.

Ph acido o basico? Un delicato equilibrio

Nel mondo dell’alimentazione naturale, spesso capita che ci sia una preoccupazione eccessiva nel dover alcalinizzare il corpo ed una ricerca a volte ossessiva di diete, cibi ed acqua dal potere alcalino.

In realtà la verità sta nel mezzo e le tue scelte dovrebbero essere volte a garantire il giusto equilibrio tra acido e basico all’organismo, primo tra tutti allo stomaco.

Lo stomaco è in grado di regolare da sé la produzione di acido cloridrico necessario per la digestione di proteine e grassi nonché per la distruzione dei batteri dannosi con i quali veniamo in contatto.

Quando i succhi gastrici presentano una scarsa concentrazione di acido cloridrico, l’organismo ne soffre e possono verificarsi:

  • maggiore facilità a contrarre infezioni nel tratto gastrointestinale, soprattutto dall’Helicobacter pylori
  • carenza di Vitamina B12
  • difficoltà digestiva

Al contrario, un eccesso di acidità porta alla corrosione del muco protettivo delle pareti dello stomaco e di conseguenza a:

Altri fattori di rischio

Oltre all’eccesso di acidità, altri fattori di rischio possono aumentare la probabilità di sviluppare la malattia da reflusso gastroesofageo, tra cui:

  • obesità
  • gravidanza
  • fumo e consumo di alcool
  • ernia iatale
  • asma
  • diabete
  • svuotamento ritardato dello stomaco (gastroparesi)
  • ansia e stress

Tra tutti questi fattori, vorrei soffermarmi sullo stress e farti capire come anche lo stile di vita sia in grado di provocare reazioni chimiche all’interno dell’organismo, reazioni che possono minare il nostro stato di salute.

Reflusso gastroesofageo e stress: il ruolo del cortisolo

È noto come, quando siamo sotto pressione, è più facile soffrire di disturbi a carico dello stomaco, compreso il reflusso.

In questa situazione, le ghiandole surrenali producono maggiore quantità di cortisolo conosciuto come “ormone dello stress”.

Il cortisolo è l’ormone salvavita, quello che ci avverte e ci fa compiere atti straordinari in caso di pericolo, ci dà la giusta spinta per scendere dal letto al mattino e affrontare la giornata.

Ha anche altri compiti, uno dei quali ci interessa molto da vicino quando parliamo di reflusso gastroesofageo.

Il cortisolo agisce sulla produzione di acido cloridrico

Più siamo stressati, più cortisolo abbiamo in circolo e più acido cloridrico si riversa nello stomaco, rompendo l’equilibrio acido-muco protettivo, con tutte le complicazioni che abbiamo visto.

Altro compito del cortisolo di cui si parla poco, ma che in realtà gioca un ruolo importante per la salute generale, è quello legato all’ormone dell’insulina.

Insulina e cortisolo

Il cortisolo è coinvolto nell’aumento della produzione di glucosio nel sangue attraverso il processo che in termine tecnico viene chiamato neoglucogenesi.

Quando consumiamo un pasto o una colazione a base di zuccheri e carboidrati, subiamo dapprima un picco glicemico e, dopo che l’insulina è intervenuta per togliere lo zucchero in eccesso dal sangue, un rapido calo glicemico, il classico calo degli zuccheri.

È in quel momento che interviene il cortisolo, che rispristina il giusto livello di glucosio.

Ora, una dieta incentrata sui carboidrati ed alimenti ad alto indice glicemico unita a ritmi di vita frenetici, fanno sì che nel nostro organismo ci sia un continuo superlavoro per insulina e cortisolo.

Nel lungo periodo ciò non è affatto salutare.

L’insulina è un ormone pro infiammatorio e favorisce l’acidità e l’infiammazione generale.

Il cortisolo induce una maggiore produzione di succhi gastrici, favorendo sia il reflusso gastroesofageo sia altre patologie dello stomaco indotte dall’assottigliarsi del muco a difesa delle sue pareti che sono così più vulnerabili ad infiammazione ed ulcere.

Complicazioni del reflusso gastroesofageo

Reflusso gastroesofageo

Se sottovalutato, il reflusso può essere causa di disturbi cronici.

I più ricorrenti sono:

  • ulcere che possono sanguinare
  • esofago di Barrett (nuova mucosa che l’esofago produce per proteggersi)
  • tosse
  • asma
  • infiammazione e fluidi nei seni paranasali e nelle orecchie

Come migliorare il reflusso con rimedi naturali

Oltre all’aceto di mele crudo non filtrato (un cucchiaio in un bicchiere d’acqua), ci sono vari rimedi che possono aiutarti a mantenere il bruciore di stomaco sotto controllo e che sono consigliati anche dalla Scuola di Medicina dell’Università del Maryland.

  • Trimetilglicina (betaina): aiuta a digerire meglio il cibo e ad eliminare i batteri H. pylori, possibile causa di acidità e bruciore
  • Bicarbonato di sodio: può esserti d’aiuto in caso di emergenza quando sei in preda ad un dolore lancinante
  • Vitamina D: è importante per affrontare e proteggersi dalle infezioni. Da assumere sempre unitamente alla vitamina K2 per una corretta distribuzione del calcio nelle ossa
  • Succo di aloe: aiuta naturalmente a ridurre l’infiammazione, alleviando i sintomi del reflusso acido
  • Glutammina: una ricerca pubblicata su Science Daily nel 2009 (2) ha scoperto che il danno gastrointestinale causato da H. pylori può essere risolto con l’amminoacido glutammina, presente in molti alimenti, tra cui carne di manzo, pollo, pesce, uova, latticini, frutta e verdura
  • Vitamine del gruppo B: ricerche suggeriscono che possono ridurre il rischio di reflusso gastroesofageo. È stato riscontrato che aumentare l’assunzione di acido folico riduce il reflusso acido di circa il 40%. Di contro, è emerso che bassi livelli di vitamina B2 e B6 possono comportare un rischio maggiore di reflusso gastroesofageo
  • Probiotici: questi aiuteranno a bilanciare la microflora intestinale, che può favorire l’eliminazione naturale dei batteri H. pylori senza ricorrere agli antibiotici

Va detto che occorre fare attenzione quando si tratta di acido folico (Vitamina B9): se sei positivo alla mutazione genetica MTHFR, è una sostanza che diventa tossica per il tuo organismo.

Se non sei sicuro di avere la mutazione o al contrario ne hai la certezza, è bene che tu assuma l’acido folico sotto forma di Metilfolato (5-MTHF)

Conclusione

Riassumendo, abbiamo visto:

  • come funziona lo stomaco e l’importanza di mantenere al suo interno un corretto Ph, piuttosto acido
  • i sintomi, i fattori di rischio e le complicazioni derivanti dal reflusso gastroesofageo
  • i rimedi naturali

In definitiva, la risposta al reflusso gastroesofageo è quella di ripristinare il naturale equilibrio e la funzione gastrica.

Mangiare grandi quantità di cibi e zuccheri trasformati è un modo certo per esacerbare il reflusso acido in quanto sconvolgerà l’equilibrio batterico nel tuo stomaco e intestino.

Riceverai invece grandi benefici nel consumare abbondanti porzioni di verdure e altri alimenti di alta qualità, idealmente biologici, non trasformati e nell’eliminare dalla tua tavola cibi che scatenano il reflusso gastroesofageo.

Un’alimentazione equilibrata ed un sano ritmo di vita sono la ricetta ideale, così come da tempo insegniamo nel SAUTÓN Approach, il metodo per bruciare i grassi, spegnere l’infiammazione e ringiovanire corpo e mente in 28 giorni.

Se preferisci o ti trovi in difficoltà, hai la possibilità di farti seguire passo dopo passo da un Coach certificato.


Fonti:

Livestrong.com

Drmercola.com


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