Hai mai avuto a che fare con la dipendenza da zucchero?

Se la risposta è no, sei fortunato e forse nemmeno ti rendi conto di quanto.

Se la risposta è si, e quindi sai bene cosa significa vivere la propria vita in balìa della tirannia degli zuccheri, allora hai tutta la mia comprensione e solidarietà.

Perché anch’io, come te, ci sono passata e so bene cosa significhi sentire di non avere voce in capitolo e che qualcosa che non ti appartiene, governa la tua vita al posto tuo.

O forse pensi che la dipendenza da zucchero sia l’ultima moda, l’ultimo trend di cui parlare per creare apprensione intorno al nuovo spauracchio del momento.

Ce la siamo presa con i grassi, poi ci siamo arrabbiati con le proteine ed era prevedibile che i prossimi a dover salire sul patibolo dei condannati dovessero essere gli zuccheri.

Abbiamo fatto la guerra ai nemici sbagliati

I primi decenni del ‘900 hanno segnato una svolta epocale nelle abitudini alimentari di buona parte dell’umanità.

Fu in questi anni, infatti, che si diffuse l’idea che i grassi saturi fossero dannosi per la salute (in particolare per il cuore).

Quest’idea, che oggi sappiamo essere assolutamente errata, fu la causa della messa al bando di molti cibi di cui l’uomo si era nutrito per buona parte della sua storia come il grasso animale, il burro e le uova.

Questi cibi furono sostituiti con “prodotti” che l’industria alimentare pubblicizzava come benefici per la salute: oli vegetali (di semi, di girasole, di mais, ecc.), margarine, latticini scremati, carboidrati raffinati e alimenti a basso contenuto di grassi.

Leggi anche Dieta chetogenica: la guida definitiva per scoprire di più sulla guerra ai grassi saturi.

Dopo i grassi, le proteine…

Nel giro di qualche decennio, si è iniziato a fare la guerra anche alle proteine che sono un nutriente fondamentale.

Le proteine sono i mattoni che costruiscono e tengono insieme il nostro corpo.

Si è calcolato che sono coinvolte all’incirca in due milioni di processi chimici che avvengono nell’organismo, ogni giorno.

Le proteine sono essenziali per la pelle, i capelli e le ossa.

Il collagene, la proteina maggiormente presente nel corpo, tiene insieme pelle, organi, scheletro e articolazioni.

Le proteine sono essenziali per la produzione di ormoni, per il buon funzionamento del sistema immunitario e per la crescita e il mantenimento della massa muscolare.

Tolti i grassi e tolte le proteine, ci siamo buttati sui carboidrati e gli zuccheri.

Il grosso problema infatti è che, a causa di questa guerra folle a grassi saturi e proteine, oggi la dieta occidentale è basata sugli zuccheri (in tutte le loro forme) che si trovano letteralmente dappertutto.

Il centro del piacere e la dipendenza da zucchero

Il cervello umano è programmato per ricercare il piacere e la gratificazione.

È la ricerca della ricompensa quella che ci spinge ad alzarci dal letto la mattina.

Questo stimolo alla ricerca della gratificazione è così potente che, se una persona ne viene privata (ad esempio con l’uso di sostanze chimiche che inibiscono il funzionamento di questo meccanismo), le si toglie letteralmente la voglia e la ragione di vivere.

Nei primi anni 2000 furono condotti negli USA degli esperimenti con un nuovo farmaco che, inibendo il meccanismo della gratificazione, avrebbe dovuto aiutare a perdere peso.

Il farmaco in effetti funzionò e favorì la perdita di peso.

D’altro canto, però, circa il 20% dei partecipanti all’esperimento manifestò gravi effetti psichiatrici collaterali tra cui depressione e tendenza al suicidio.

Ci furono anche diversi tentativi di suicidio che, purtroppo, andarono a buon fine.

La capacità di provare piacere è quindi strettamente collegata alla voglia di vivere.

Il cervello primitivo e gli zuccheri

Il funzionamento del centro del piacere del cervello è molto complesso.

È qui che risiedono e si manifestano le emozioni e gli istinti primari più profondi come la spinta riproduttiva e l’istinto di sopravvivenza.

Si pensa che questo meccanismo di ricerca del piacere si sia evoluto per rinforzare quei comportamenti essenziali per la continuazione della specie come la ricerca del sesso per la riproduzione e il godimento del cibo per la ricerca del nutrimento.

È sempre qui che si rinforzano sia gli aspetti positivi che negativi legati all’uso di sostanze come alcol, nicotina, morfina, eroina e (ebbene sì) anche gli zuccheri.

Il legame tra cibo e dopamina

Nel nostro cervello ci sono due aree strettamente collegate: l’area tegmentale ventrale (VTA) e il nucleus accumbens (NA).

Il nucleus accumbens è il vero centro del piacere.

La sensazione del piacere si manifesta quando la VTA segnala al nucleus accumbens di produrre dopamina.

La dopamina è un neurotrasmettitore con funzione di segnale da un’area del cervello ad un’altra.

Quando la dopamina rilasciata si lega ad uno specifico recettore nel NA, ecco che sperimentiamo la sensazione di piacere.

Dato che il cibo è essenziale per la sopravvivenza, l’evoluzione ha fatto sì che sia anche una ricca fonte di piacere e di gratificazione.

Nello stesso tempo, però, questo meccanismo di rilascio della dopamina è anche quello che può causare l’insorgere della dipendenza dal cibo.

Quando il meccanismo funziona correttamente, è in grado di autoregolare l’assunzione di cibo a seconda dell’energia disponibile (in altre parole smetti naturalmente di mangiare quando hai incamerato energia sufficiente).

Se però il meccanismo è alterato allora può incrementare l’assunzione di cibo anche quando questo non è necessario, portando all’obesità.

Il legame tra zuccheri e dopamina

Qualsiasi sostanza che aumenta la produzione di dopamina, aumenta anche la sensazione di piacere.

Alcol, morfina, eroina, cocaina creano dipendenza perché stimolano la produzione di dopamina e quindi la sensazione del piacere nel nucleus accumbens.

Da studi e ricerche fatti negli ultimi decenni si è visto che gli zuccheri hanno sul cervello esattamente lo stesso effetto.

A peggiorare la situazione c’è anche il problema della sovraesposizione: tanto più i recettori della dopamina vengono esposti (come nel caso di abuso cronico di una determinata sostanza), tanto più sarà necessaria una dose sempre maggiore per ottenere la sensazione di piacere.

Questo è vero per le droghe propriamente dette come lo è per gli zuccheri (e anche per il cibo in generale).

Gli zuccheri hanno quindi la capacità di alterare il normale funzionamento del centro del piacere, spingendoci a consumarne sempre di più.

Leggi anche “La guida definitiva allo zucchero: rischi, dipendenze e soluzioni pratiche” per una panoramica completa sugli effetti e danni degli zuccheri.

I sintomi della dipendenza da zucchero

Sintomi dipendenza da zucchero

La dipendenza da zucchero è una realtà e il primo passo per risolverla è prendere coscienza che hai un problema.

Ecco una lista dei sintomi più evidenti, quelli che proprio non puoi ignorare:

1. Consumi zuccheri ad ogni pasto

Dalla colazione fino allo spuntino dopo cena, carboidrati raffinati e zuccheri sono costantemente presenti e non riesci a farne a meno.

Lo zucchero nel caffè, la colazione con biscotti, brioche o fette biscottate e marmellata o cereali dolcificati, pasta, risotto, pizza, panini, merendine, taralli, crackers e frutta o dolce a fine pasto.

Questi sono gli alimenti che ti accompagnano nel corso della giornata.

Non ti senti mai veramente sazio, anche se hai appena finito di mangiare e, dopo un paio d’ore o anche meno dalla fine del pasto, hai bisogno di mangiare di nuovo.

A tutti capita ogni tanto di avere voglia di mangiare qualcosa di dolce.

Ma se questo ti accade di frequente e non riesci a controllarti, allora non è più una voglia occasionale ma un vero e proprio bisogno che non riesci ad arginare.

Questa “fame” che ti colpisce, a volte anche d’improvviso, non ha nulla a che vedere con il bisogno del corpo di nutrienti ed energia reali.

È il cervello che ha bisogno della sua “dose” e ti tormenta fino a che non la ottiene.

2. Mangi dolci e cibo spazzatura di nascosto

Questo è un sintomo di dipendenza da zucchero inequivocabile.

La dipendenza da zucchero spinge a consumare zuccheri molto di frequente e in grande quantità.

Si tratta di un comportamento che istintivamente si tende a nascondere per paura di essere giudicati, prima di tutto da familiari e amici.

Ecco quindi che le “abbuffate” avvengono lontano dagli occhi delle persone che ci sono più vicine: di notte, quando non c’è nessuno in casa, in ogni occasione in cui è possibile essere da soli.

Nei casi peggiori si arriva a fare scorta e a nascondere il cibo incriminato in giro per casa, in attesa del momento buono per consumarlo.

3. Il senso di colpa è forte ma non ti impedisce di smettere

Il senso di colpa e la vergogna sono il corollario inevitabile di ogni abbuffata.

La sensazione di benessere che gli zuccheri ti regalano è breve e ingannevole.

Ti eri ripromesso di non cascarci più, sai che stai facendo qualcosa di sbagliato e che ti danneggia, eppure non riesci ad impedirtelo.

C’è il senso di colpa verso te stesso e anche la vergogna perché “non sei stato abbastanza forte” e ti sembra di non riuscire a governare la tua vita.

Questi fallimenti continui danneggiano profondamente non solo la tua salute ma anche la tua autostima e la percezione che hai di te stesso, perché ad ogni ricaduta ti senti sempre più debole, incapace, inaffidabile.

4. Non hai controllo sulla quantità

Dipendenza da zucchero incontrollabile

Ogni volta che senti arrivare la crisi, prometti a te stesso di non esagerare.

Solo un pezzetto di cioccolato, solo una caramella, solo una merendina.

Un proposito che sfuma molto in fretta e, senza nemmeno rendertene conto, ti ritrovi a mangiare senza alcun controllo.

Tra una normale voglia di dolce e una crisi di astinenza da zucchero c’è la stessa differenza che passa tra stappare un lavandino e aprire una breccia in una diga.

Tanto varrebbe cercare di tappare la breccia con le mani, è impossibile.

5. Gli zuccheri sono la tua “coperta di Linus”

Situazioni di stress e tensione possono facilmente scatenare una crisi.

La vulnerabilità emotiva è un terreno fertile dove la dipendenza da zucchero cresce e si sviluppa molto facilmente.

In famiglia, nel lavoro, nello studio, i momenti in cui la pressione a l’ansia salgono sono inevitabili.

Non per niente si chiamano “comfort food“, cioè cibi di conforto, tutti quegli alimenti (che guarda caso sono a base di zuccheri e carboidrati) capaci di dare sollievo e allentare la tensione.

Si tratta però di un sollievo “chimico” solo temporaneo che viene seguito da un senso di disagio, depressione e ansia anche peggiori di quelli iniziali.

È fondamentale che impari a gestire lo stress in modo sano e costruttivo e puoi farlo in diversi modi, ad esempio:

  • fai attività fisica, anche leggera, in modo regolare (ad es. camminare, bicicletta, yoga, tai chi)
  • coltiva degli hobbies che ti permettano di staccare e dedicarti a qualcosa che ti piace anche solo pochi minuti al giorno
  • prenditi cura delle tue amicizie
  • non sottovalutare l’impatto che un buon sonno ha sul tuo benessere
  • la meditazione può esserti di grande aiuto nella gestione dello stress
  • trascorri del tempo a contatto con la natura

6. Sei costantemente in preda a sbalzi emotivi

L’effetto che gli zuccheri hanno sul cervello è talmente profondo che ti trasforma letteralmente in un’altra persona.

Sembra un’affermazione esagerata, in effetti è quasi impossibile crederci se non lo si sperimenta personalmente.

Da un momento all’altro puoi passare da uno stato di euforia in cui ti senti fiducioso, su di giri e molto cool, ad una tristezza tale che ti sembra di vedere tutto nero e non hai voglia di fare nulla.

È come vivere sulle montagne russe: un su e giù continuo che all’inizio è piacevole e gratificante ma che presto si trasforma in un incubo dal quale non riesci ad uscire.

Non si tratta di sensazioni campate per aria ma degli effetti che gli zuccheri hanno sulla chimica del cervello.

Studi e ricerche scientifiche dimostrano con sempre maggiore chiarezza che l’abuso di zuccheri tipico dell’alimentazione occidentale è collegato a comportamenti aggressivi e violenti verso gli altri e verso sé stessi, alla depressione e all’insorgere di stati di ansia.

Gli zuccheri danneggiano la memoria e la capacità di apprendimento, ti tolgono determinazione, alterano la tua capacità di controllarti e di prendere decisioni.

Sono anche collegati allo sviluppo di malattie neurodegenerative come l’Alzheimer e la demenza precoce.

Gli antidoti alla dipendenza da zucchero

Antidoti dipendenza da zucchero

L’eliminazione dei grassi saturi sani dalla nostra alimentazione seguito dal drastico taglio delle proteine sane, ha provocato la collettiva “abbuffata” di zuccheri di cui oggi tutti, chi più chi meno, siamo vittime.

Per uscire dalla dipendenza da zucchero, la sola forza di volontà però non basta.

O, per meglio dire, la forza di volontà è ciò che ti permette di fare il primo passo (decidere di uscirne) ma non basta per sconfiggere la dipendenza chimica da questa sostanza.

Il primo passo per liberarsi dalla dipendenza da zuccheri

La prima cosa fondamentale è riportare nella tua alimentazione i grassi sani e le proteine di buona qualità.

In altre parole, devi dare al corpo il carburante di cui ha davvero bisogno e smettere di ingolfarlo di zuccheri e grassi di cattiva qualità.

Con tutto il terrorismo che è stato fatto intorno a grassi e proteine, potresti trovare difficile superare tutti i timori e i pregiudizi che ti sono stati inculcati.

Difficile ma non impossibile, come per mia diretta esperienza io stessa ti posso testimoniare.

E man mano che vedrai i risultati a livello sia fisico che mentale di questo cambiamento, proseguire e mettere da parte paure e pregiudizi sarà sempre più facile.

Il secondo passo per liberarsi dalla dipendenza da zuccheri

Il secondo passo è eliminare, o almeno ridurre il più possibile, i cibi processati e raffinati di cui ti sei alimentato fino ad oggi.

Quasi tutti i cibi confezionati che trovi in vendita in un supermercato contengono zuccheri, in una forma o nell’altra, abbinati a grassi pessimi e sale.

Questa è la combinazione magica, studiata a tavolino, che aumenta la palatabilità dei cibi pronti (cioè li rende più gradevoli al palato e ne aumenta il consumo grazie agli effetti sul centro del piacere che abbiamo visto prima).

Consuma il più possibile cibi freschi, preparati da te e, quando acquisti al supermercato, abituati a leggere le etichette senza farti distrarre da diciture come “biologico”, “naturale”, ecc.

Questo perché non sempre ciò che è etichettato come biologico o naturale è necessariamente anche sano.

Riduci farinacei e derivati (pane, pasta, pizza, biscotti, fette biscottate, ecc.) e cereali in generale: sono tutti cibi che nel tuo corpo si trasformano in zuccheri, aumentano i trigliceridi, ti tengono costantemente in preda al picco glicemico e non ti danno i nutrienti di cui hai realmente bisogno.

Informati, impara a riconoscere tutti i nomi sotto cui si nascondono gli zuccheri, impara a leggere le etichette.

In altre parole diventa un consumatore attivo e attento: in gioco ci sono la salute ed il benessere tuoi e delle persone che ti sono più care.

Conclusione

Voglio concludere questo articolo con un consiglio che traggo dalla mia esperienza di ex drogata di zuccheri.

Quando, ormai otto anni fa, mi sono iscritta al programma Energy Training (oggi SAUTÓN Approach) ero sfinita da decenni di abuso fortissimo di zuccheri (ho iniziato che non ero ancora adolescente) e disperavo di poterne mai uscire.

Avevo provato tante volte ad uscire dalla trappola, ma da sola non ce la facevo.

Sia perché non sapevo i passi da fare (e senza saperlo continuavo a fare quelli sbagliati), sia perché mi mancava il supporto di chi ci è già passato o ancora ci sta passando.

Se anche tu sei in una situazione simile a quella in cui mi trovavo io, il mio consiglio è di iscriverti al SAUTÓN Approach e affidarti ad un metodo che ha funzionato per migliaia di persone.

Grazie ad un metodo facile da mettere in pratica e studiato per portare grandi cambiamenti in piccoli semplici passi, arrivi a comprendere di cosa il tuo corpo ha davvero bisogno e finalmente ad uscire dal tunnel.

E cosa non meno importante, grazie al gruppo Facebook dedicato agli iscritti, potrai fare tutto questo con il supporto diretto di Francesca, dei suoi coach e di tanti “colleghi” e “colleghe” che già stanno percorrendo questa strada.


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Fonti:

Fat Chance: The bitter truth about sugar“, Robert Lustig MD – Ed. Fourth Estate (testo in inglese)

Sugar: The Bitter Truth, Robert Lustig MD (video in inglese)

Pure, White and Deadly“, John Yudkin MD, Ed. Penguin (testo in inglese)