Ancora una volta è la Medicina Tradizionale Cinese (MTC) a farci scuola e ad introdurci nei segreti di una corretta digestione.

In questo articolo ci occuperemo di due aspetti fondamentali, di due pilastri su cui si basa il metodo SAUTÓN: due semplici abitudini, in pratica, ma dall’effetto davvero potente.

Faremo una breve incursione nella legge del tempo, (abbiamo già dedicato tutta una serie di articoli a questo tema) e in quella dell’ordine delle pietanze.

La legge del tempo

Forse ti stupirai nel sapere che ogni tuo organo interno segue un suo bioritmo giornaliero, con orari in cui è al lavoro ed è al massimo della sua energia e forza, con altri in cui invece è in fase di riposo ed è al minimo delle sue prestazioni.

Ma partiamo dall’inizio.

La MTC è fortemente connessa al principio del continuo divenire, del cambiamento, dei cicli ritmici in connessione con la natura, con l’alternanza del sole e della luna, con i cicli delle stagioni e al ritmo della giornata scandita dalle 24 ore.

La straordinaria scoperta di questa medicina millenaria è che anche gli organi sono soggetti a cicli di attività e di riposo, che si alternano durante la giornata.

Secondo la MTC è molto importante dunque, che anche i nostri ritmi di vita, di veglia e di sonno, seguano il più possibile l’alternanza dei cicli vitali quotidiani.

Cosa dice la scienza?

Gli scienziati moderni hanno osservato che questi ritmi, descritti migliaia di anni fa dalla MTC, corrispondono esattamente alle conoscenze sui processi vitali in nostro possesso ora: sono, quindi, estremamente attuali e molto utili.

Spesso però i ritmi che siamo costretti a seguire, non rispettano il bioritmo naturale.

Le scadenze, le esigenze lavorative e familiari ci costringono a volte a forzare questo meccanismo.

Anche gli organi lavorano su turni

Studiando questo nostro bioritmo interno, si è appurato che ogni organo attraversa all’interno delle ventiquattro ore, una fase di picco e una fase di minimo energetico.

Il picco segna il momento di maggiore attività ed il calo il momento di maggiore riposo o debolezza.

Senza entrare nel merito di ogni singolo organo, ci occupiamo qui solo di quelli coinvolti nella digestione.

Lo stomaco e i suoi turni

Daily Biorhythm of Internal Organs

Gli organi preposti alla digestione, sono pimpanti, efficienti, pronti a fare il loro dovere, al mattino e a mezzogiorno.

Dalle 7:00 alle 9;00 viene subito prodotto dalle ghiandole surrenali, il cortisolo che durante questa fase raggiunge il suo massimo.

Si riattiva l’apparato digerente e il corpo ha bisogno di incamerare nuove sostanze nutritive.

In questo momento le calorie assunte dal cibo sono convertite dallo stomaco in energia e non in grasso.

È il momento migliore per una colazione abbondante e nutriente, salata e completa, sempre possibilmente calda.

Durante il pomeriggio l’attenzione e l’energia calano, così tutto il corpo inizia a rilassarsi.

Dalle 18:00 milza e stomaco dovrebbero essere lasciati pressoché a riposo per potersi rigenerare e acquisire nuova forza per il mattino dopo.

Possiamo al massimo giungere alle 19:00 e a quest’ora è sempre meglio consumare una piccola porzione di verdura o una zuppa ben calde.

La sera vanno evitate le proteine, i carboidrati, la frutta e i cibi crudi. Potremmo sentirci ancora carichi fisicamente e mentalmente, ma questo è un meraviglioso momento per prenderci cura dell’energia dei reni ed evitare di esaurire corpo e mente.

Meglio non lavorare fino a tardi, ma dedicare la fine serata ad attività tranquille o una passeggiata.

Dalle 19:00 calano battito e pressione ed il corpo inizia a porsi in modalità di riposo.

Anche lo stomaco è in fase di riposo e qualsiasi cibo introdotto a quest’ora è impossibile da digerire e resta perlopiù accumulato nell’addome, come fanghiglia e tossine fermentate e putrefatte, con grande danno anche per il fegato.

Dalle 21:00 inizia a prodursi la melatonina, tutti gli organi della digestione entrano in fase di rigenerazione e non andrebbero disturbati. Inizia il lavoro intenso del sistema immunitario.

Non è il momento di cedere agli attacchi di fame, nulla di ciò che si mangia adesso può essere assorbito.

E una eventuale digestione forzata impedisce la rigenerazione degli organi digestivi e il prezioso lavoro del sistema immunitario.

Questo è invece un ottimo momento per bere una tisana calda.

Il fegato e il turno di notte

Il fegato è uno degli organi più preziosi del corpo dalle straordinarie funzioni.

Dall’1:00 alle 3:00 del mattino, tutto si riposa nel corpo in questo momento, tranne il fegato e la cistifellea, che invece, sono impegnati in una profonda disintossicazione del sangue, che passa tutto dal fegato.

Il sangue viene ripulito ed arricchito con tutto il nutrimento, accumulato durante il giorno.

Il lavoro del fegato si svolge su due turni: durante il giorno si occupa della digestione, ma è nel turno di notte che inizia il suo lavoro più prezioso, in quanto:

  • ripulisce il sangue
  • distribuisce i nutrienti che gli sono arrivati durante la giornata
  • accumula energia da spendere il giorno dopo

Queste preziose funzioni possono essere compiute solo se il fegato non è impegnato con la digestione.

Ora chiediti: da quanti giorni il mio sangue non viene ripulito? Da quanto tempo faccio fare gli straordinari al mio stomaco?

La sera a cena è l’unico momento in cui sei tranquillo a casa, in cui tutta la famiglia si riunisce, lo so bene, ma da questa seconda legge naturale non si scappa.

Non ti preoccupare, è solo una questione di organizzazione che diventerà poi una nuova irrinunciabile abitudine.

Se consumi una cena leggera, ti aspetta un’altra vita, un altro mondo, che ti regalerà:

  • un sonno profondo e ristoratore
  • una energia e vitalità al mattino mai conosciute prima
  • un costante stato di salute del tuo fegato
  • la soluzione ai tuoi problemi di digestione
  • rinnovata capacità del tuo corpo di depurarsi e sgonfiarsi
  • libertà dalla schiavitù dell’attaccamento al cibo

Massimo risultato, minimo sforzo

Conoscere il ritmo naturale degli organi della digestione ti porta, in sintesi, a modificare il ritmo dei pasti. 

Potrai consumare quelli più consistenti nelle fasce orarie in cui gli organi della digestione sono più forti, cioè nella prima parte della giornata.

Diminuire invece la consistenza e la quantità dei pasti con il calar della sera, la fascia oraria in cui sono più deboli.

Questo accorgimento consente al tuo corpo di ottenere il massimo risultato con il minimo sforzo e soprattutto di evitare una trasformazione incompleta ed affaticata degli alimenti.

Cosa mangiare prima, cosa mangiare dopo

A corollario di questa seconda legge, c’è ancora una piccola ma altrettanto fondamentale regola da scoprire.

Nessuno ci ha spiegato che la distribuzione dei pasti nella giornata è fondamentale e che non è affatto la stessa cosa se un alimento lo mangiamo al mattino, a mezzogiorno o la sera.

La legge dell’ordine

Anche l’ordine in cui ti servi delle pietanze all’interno di un pasto è cruciale.

È un campo di indagine più recente, che riguarda da una parte gli studi sulle incompatibilità e le cattive associazioni alimentari, dall’altra studi e sperimentazioni scientifiche, motivate dal tentativo di studiare il picco glicemico e il suo effetto pericoloso su aumento della fame, sovrappeso e diabete.

Consiste nell’iniziare il pasto con le proteine, poi con verdure cotte e solo alla fine fare spazio ai carboidrati.

Visto dall’esterno potrebbe sembrare uno strano rituale bizzarro o un’indicazione di poco conto, invece, ha un profondo effetto sul metabolismo, aiuta a ridurre i tempi della digestione, ci consente di consumare i nutrienti secondo il loro rapporto ideale e si è dimostrato essere il migliore consiglio, per tenere sotto controllo i livelli di zuccheri nel sangue e raggiungere senza sforzo il giusto peso.

Ci sono alimenti che insieme si aiutano ed altri che invece si disturbano. Non è la stessa cosa se mangi prima un piatto di pasta e poi un secondo con contorno.

Il piatto di pasta o di riso, raffinati o integrali, con glutine o senza glutine, sono comunque carboidrati, cioè zuccheri.

La loro digestione inizia subito in bocca, grazie agli enzimi della saliva.

Appena il boccone di pasta arriva nello stomaco, trova un ambiente acido che blocca l’azione degli enzimi salivari sospendendone la digestione.

Questa riprenderà e si completerà nell’intestino dove, essendo zuccheri, fermenteranno.

Far arrivare le proteine in seconda battuta, in un ambiente pieno di zuccheri, ne intralcia e appesantisce la digestione.

Una trasformazione che già da sé sovraccarica l’organismo nell’impegnativo compito di scindere le catene di amminoacidi di cui sono composte le proteine, in legami più semplici.

Di conseguenza, quando nello stomaco arriva il pasto proteico, questo resta non digerito, crea scorie che fermentano in mezzo agli zuccheri e invece di utilizzarle, resteranno inutili.

Ingerendo prima zuccheri e stimolando subito il picco glicemico, la leptina, l’ormone che regola il tuo senso di sazietà, tarderà ad attivarsi e tu non smetterai facilmente di avere fame. Cresce così il rischio che tu mangi troppo.

Prima le proteine, perché?

Partire invece dalle proteine per strutturare i nostri pasti è un concetto relativamente recente, ma decisamente al centro di numerosi studi e ricerche scientifiche, soprattutto motivate ad aiutare i diabetici e gli obesi.

Gli scienziati sono partiti, quindi, dall’osservare che la proteina è in grado di rallentare il rilascio dello zucchero dei carboidrati nel flusso sanguigno, impedendo un rialzo troppo veloce e un conseguente brusco calo.

Oltre ad un effetto sulla glicemia, la proteina si è visto essere la sostanza principale che agisce sui recettori della sazietà.

Un pasto che inizia con un piatto proteico è in grado di rallentare il picco glicemico e consentire una sazietà più veloce, evitando il rischio di mangiare troppo e diminuendo il numero dei pasti necessari.

In un nuovo studio, i ricercatori della Weill Cornell Medical College di New York, hanno scoperto che l’ordine in cui vengono consumati diversi tipi di cibo, ha un impatto significativo sui livelli di glucosio e insulina post-pasto nei soggetti obesi.

Sulla base di questa scoperta, invece di dire: “non mangiare questo” ai loro pazienti, i medici potrebbero dire: “mangia questo prima di questo”, afferma uno dei principali autori di questo studio, il Dr. Louis Aronne, Professore di Ricerca Metabolica e di Medicina Clinica presso il Weill Cornell Medical College.

Cosa fare in pratica?

  • Inizia con un piatto proteico, ne favorisci la digestione veloce con succhi gastrici acidi e forti.
  • Accompagna la proteina che hai scelto con abbondante quantità di verdure leggermente cotte, la rendi digeribile con più facilità senza creare gonfiore e lentezza digestiva.
  • Guarnisci il piatto con la giusta dose di grassi saturi sani di buona qualità. Ti aiutano ad assorbire tutti i minerali e certe vitamine rendendoti subito sazio e a lungo.
  • Abituati ad usare le spezie per stimolare la naturale produzione di enzimi, tuoi fedeli aiutanti per attivare e completare la trasformazione.
  • Lascia alla fine del pasto una piccola ed eventuale quantità di cereali in chicchi e possibilmente senza glutine a seconda dell’appetito e del dispendio energetico che ti aspetta.
  • Fai passare circa quindici minuti tra questi e la portata precedente a base di proteine e poi verdure e grassi.

Perché dovrei cambiare le mie abitudini?

Se inverti l’ordine dei pasti, tutto cambia. Con questo semplice accorgimento, tutto diventa più equilibrato.

Ormai sono numerosi gli studi scientifici, che sottolineano l’effetto delle proteine e dei grassi sull’assorbimento dello zucchero nel sangue.

Una conseguenza riguarda l’effetto sulla massa grassa e, quindi, l’utilizzo di questa strategia per perdere peso e per definire il muscolo in sportivi e persone che si allenano.

Conclusione

Due leggi che affondano le radici nei millenni ma che, come hai visto, sono attualissime, sotto la lente di medici e scienziati.

Due leggi di cui nessuno ti parla e che sono parte integrante del SAUTÓN Approach.

Due leggi facili facili da applicare nella tua quotidianità, ma dai benefici insospettabili.


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