In questo nuovo articolo dedicato alla salute della nostra cacca (e di conseguenza alla nostra salute), vediamo sei messaggi importanti da prendere in considerazione che segnalano la possibile presenza di problemi.

Segnale numero 1: il tuo intestino non funziona come dovrebbe

Il transito delle feci nell’intestino avviene grazie alla peristalsi intestinale cioè una contrazione ritmica della muscolatura che spinge in avanti il cibo.
Durante il viaggio che effettua nell’intestino il cibo subisce un’ulteriore scomposizione chimica (dopo quella già avvenuta nello stomaco) in modo che i nutrienti possano essere assorbiti attraverso la parete intestinale.
Alla fine di questo processo abbiamo il prodotto dell’evacuazione quotidiana.

Quando la dieta è sana ed equilibrata e il microbiota intestinale è in salute anche le feci saranno “sane”. Viceversa una “cacca malata” è il segnale che qualcosa sta interferendo con il normale e sano funzionamento dell’intestino.
Al di là della dieta e dello stato del microbiota intestinale ci possono essere diversi altri fattori che possono causare delle disfunzioni come, ad esempio:

  • Carenze nutrizionali,
  • Problemi del sistema nervoso autonomo
  • Squilibri ormonali
  • Problemi del sistema immunitario
  • Squilibrio dei livelli di zucchero nel sangue
  • Interventi chirurgici
  • Invecchiamento
  • Squilibrio nei ritmi circadiani (ad esempio nel caso di lavoro a turni o jet lag)
  • Malattie croniche come morbo di Chron e colite
  • Assunzione frequente di medicinali come antidolorifici e antibiotici

Molti dei problemi elencati in questa lista sono piuttosto seri ma non è sempre facile capire se l’intestino è in sofferenza in quanto ci sono stati che potrebbero anche non provocare una sintomatologia dolorosa precisa.
Al contrario ci sono invece situazioni in cui si possono sperimentare stati dolorosi acuti come nel caso delle malattie infiammatorie croniche intestinali o IBD (dall’inglese Intestinal Bowel Disease).

Ovviamente la presenza di dolore è un vantaggio in quanto permette di accorgersi che c’è qualcosa che non va mentre l’assenza di questo importante segnale, unita al fatto di essere talmente abituati ad un’evacuazione problematica da considerarla come la norma, può portare a non accorgersi anche di problemi seri già in corso.

La salute dell’intestino è molto importante anche per il suo collegamento con il cervello: il sistema nervoso enterico è in comunicazione costante e diretta con il sistema nervoso centrale e con il sistema nervoso autonomo.
Numeroso ricerche ormai dimostrano che lo stato di salute dell’intestino influenza la qualità dei messaggi che da questo arrivano al cervello.

In altre parole se l’intestino è malato anche il cervello e il sistema nervoso in generale finiranno per soffrire di conseguenza per cui potrebbero manifestarsi una serie di disturbi più o meno gravi come:

  • Annebbiamento mentale
  • Ansietà, depressione e sbalzi umorali
  • Sindrome da deficit di attenzione e iperattività (ADHD, Attention-Deficit/Hyperactivity Disorder)
  • Difficoltà nel mantenimento del peso
  • Asma ed allergie
  • Disordini autoimmuni
  • Problemi della pelle (acne, eczema, psoriasi)
  • Artrite ed infiammazione delle articolazioni
  • Malattie cardiache
  • Malattie neurodegenerative
  • Narcolessia e altri disordini del sonno
  • Emicranie
  • Malattie renali

Come intervenire – scegli cibi il più possibile integri e non processati, in linea di massima tutto quello che ha un’etichetta dovrebbe essere abolito dalla tavola o perlomeno ridotto ad una presenza occasionale.

Elimina zuccheri, carboidrati raffinati e tutti i prodotti contenenti glutine, latte pastorizzato e derivati, sostanze eccitanti come caffè e thè, cioccolato, alcool, aceto, agrumi, pomodoro e lieviti.

Inserisci sostanziosi quantitativi di verdura fresca nei tuoi pasti quotidiani abbinandoli a buone porzioni di proteine (alternando sia quelle animali che quelle vegetali) e inserisci i grassi sani come ghi, olio di cocco e olio di oliva in modo da assicurarti ogni giorno tutti i nutrienti necessari.

Evita il più possibile di mangiare di fretta, in piedi o mentre lavori: masticare lentamente e prestare attenzione a quello che si mangia è fondamentale per digerire bene e attivare gli ormoni della sazietà.

Se sospetti di avere qualche problema in corso non mancare di consultarti con il tuo medico e fare un esame approfondito per verificare la situazione.

Segnale numero 2: il microbiota intestinale è malato (e chiede aiuto)

Il microbiota intestinale è un insieme vasto, vario e complesso di batteri amici (e talvolta anche funghi) che vivono dentro di noi.
Scomponendo il cibo nei suoi costituenti fondamentali e producendo enzimi digestivi, questi batteri contribuiscono alla digestione degli alimenti e all’assorbimento dei nutrienti in essi contenuti.

Di conseguenza una cacca sana indica che la tua flora intestinale è sana e riesce a fare bene il suo lavoro mentre delle feci problematiche potrebbero essere il segnale che qualcosa ha dato un brutto colpo ai tuoi batteri amici.

Tra le cose che possono danneggiare la flora intestinale troviamo ad esempio un repentino cambio nella dieta, un eccessivo consumo di zuccheri, i viaggi e l’assunzione di antibiotici.

Oltre alle funzioni che svolge per la digestione il microbiota intestinale si occupa anche di:

  • Proteggere l’organismo dagli agenti patogeni
  • Supportare il buon funzionamento del sistema immunitario
  • Produrre alcune vitamine importanti come la B12, la B7 (biotina), la B9 (folati) e la vitamina K.

Da quanto detto si può facilmente intuire che un microbiota intestinale malato si traduce in sofferenza e malattia per tutto l’organismo.

Come intervenire – per stare bene abbiamo bisogno che i nostri batteri amici siano presenti nella giusta quantità e varietà quindi alle indicazioni dietetiche del punto precedente aggiungi anche il consumo di alimenti ricchi di probiotici come il kefir e yogurt da latte di capra che trovi nei negozi di alimenti bio o che puoi preparare in casa usando latte di capra o latti vegetali di mandorla o cocco e uno starter che trovi sempre in vendita nei negozi bio.

Altri alimenti ottimi sono il miso, il natto, l’aceto balsamico di cocco, il kombucha e le verdure fermentate come i crauti (da evitare però quelli di origine industriale).

Inserisci anche moderate quantità di frutta a basso indice glicemico (ricorda che la frutta è molto ricca di zuccheri quindi non devi abusarne) come albicocche, ciliegie, fragole, mirtilli, more, lamponi, ribes e un paio di volte alla settimana puoi inserire anche dei legumi (se non ti creano gonfiore intestinale o non hai altri sintomi di intolleranza) come i fagioli mung, le lenticchie e i ceci cotti a lungo e con le spezie come consigliamo in Energy Training.
I legumi meglio consumarli decorticati, in quanto risultano molto più digeribili, e dopo averli tenuti in ammollo alcune ore.

Evita di prendere antibiotici e altri medicinali dannosi, se non strettamente indispensabili, e se proprio ti trovi nella condizione di doverli utilizzare assicurati di prendere tutte le misure necessarie per ripopolare il tuo intestino di batteri amici non appena finito di assumerli.

Inoltre considera che esistono anche alternative naturali ai farmaci tradizionali.

Segnale numero 3: la dieta che segui non è quella giusta per te

A questo punto il fatto che la cacca sia il riflesso di quello che mangi non dovrebbe più essere una sorpresa così come il fatto che, se qualcosa non funziona, è più che possibile che la dieta che stai seguendo non è quella che fa per te.

Cambiare abitudini non è mai facile e quando si tratta di alimentazione ci sono persone per cui cambiare il modo di mangiare ha lo stesso impatto psicologico del convertirsi ad un’altra religione.

La dieta quotidiana però non dovrebbe mai essere il frutto di una scelta ideologica bensì dovrebbe partire dalle reali necessità dell’organismo: nel primo caso infatti si corre il rischio di prendere delle solenni cantonate con conseguenze per la salute anche molto serie.

Quindi se le tue feci sono problematiche è probabile che qualcosa nella tua alimentazione stia interferendo con la funzionalità dell’intestino.

Torniamo per un momento alla scala delle feci di Bristol di cui abbiamo parlato anche nell’articolo precedente.

Se le tue evacuazioni quotidiane sono del tipo 1 o 2 questo è un segnale di costipazione che potrebbe indicare ad esempio che non assumi abbastanza fibre.

Alcuni dei motivi per cui l’organismo e l’intestino in particolare hanno bisogno di fibre per funzionare bene sono:

  • Le fibre nutrono i batteri amici e aiutano a muovere il cibo lungo l’intestino
  • Le fibre si legano ai grassi ed aiutano la secrezione di alcuni tipi di ormoni (ad esempio gli estrogeni)
  • Nell’intestino le fibre fermentano creando acidi grassi a catena corta che sono un’importante fonte di energie per l’organismo
  • Le fibre danno volume e consistenza alle feci e migliorano la regolarità intestinale riducendo così il rischio di esposizione a sostanze tossiche
  • La scomposizione delle fibre aiuta a regolare il ph interno e a mantenere un ambiente ottimale per la vita dei batteri amici

Alcune persone sono più sensibili di altre all’effetto di certi alimenti.
Se hai un problema di ipersensibilità o di intolleranza alimentare possono comparire anche sintomi che vanno dalla costipazione alla diarrea che spesso si alternano l’una all’altra.

Non tutte le persone sono uguali e ciò che funziona per una potrebbe non funzionare per un’altra, ad esempio potresti aver letto o sentito dire che i legumi sono un’ottima fonte di proteine e di tante altre sostanze benefiche se però mangiarli ti provoca tantissimo gonfiore e fermentazione intestinale allora chiaramente questi non sono un cibo adatto a te.

Le sostanze dannose che più comunemente danno sintomi di intolleranza o addirittura allergie sono:

  • Il glutine contenuto nei cereali (primi fra tutti grano e frumento)
  • Le lectine che si trovano in cereali, legumi, semi e semi oleosi
  • Caseina, lattosio e immunoglobuline contenuti nel latte e suoi derivati
  • Il fruttosio e gli zuccheri in generale compresi quelli contenuti nell’alcool
  • Cibi processati e conservati nei quali si trovano comunemente aggiunti zuccheri, glutine, conservanti e additivi come il glutammato monosodico e grassi di cattiva qualità

Come intervenire – tenere un diario quotidiano di ciò che mangi, dei sintomi che man mano si presentano e dei tuoi movimenti intestinali (o della loro mancanza) è un ottimo modo per determinare la natura del problema ed individuare la soluzione.

Non sempre i sintomi negativi si manifestano subito o nell’arco di poche ore, talvolta possono essere necessari anche uno o due giorni quindi un diario ti aiuta tenere traccia di tutto quello che mangi e ad individuare quello che non ti fa bene.

In questo modo puoi eliminare o ridurre ciò che ti danneggia e dare più spazio a quei cibi che sono invece buoni per te.

Infine elimina il più possibile i cibi pronti e processati e se sospetti di avere delle intolleranze o delle allergie valuta la possibilità di fare una dieta ad eliminazione facendoti seguire da un nutrizionista qualificato.

Segnale numero 4: sei disidratato

Se le feci sono piccole, a pallini e molto dure potrebbe essere anche il segnale del fatto che bevi troppo poco.

L’acqua facilita l’eliminazione delle tossine dall’organismo, contribuisce a rendere le feci più morbide e a mantenere in salute i batteri amici.

Il corpo di un essere umano adulto è costituito per oltre il 60% di acqua e assumerne ogni giorno la giusta quantità è fondamentale per il buon funzionamento di tutto l’organismo.

Infatti se il corpo non riceve ogni giorno l’acqua che gli serve si trova costretto a ricavarla da fonti alternative causando quindi una disidratazione interna che coinvolge sangue e organi e finisce per compromettere tutto il sistema.

Attenzione però a non fare l’errore di bere la maggior parte dell’acqua quotidiana durante i pasti (in quanto impedisce una corretta digestione) e a non berla fredda di frigorifero o anche a temperatura ambiente.

Il modo migliore di consumare questo prezioso alimento è quello di berla tra un pasto e l’altro e di assumerla calda come se si bevesse una tisana.

Infatti anche l’acqua per essere efficace deve essere digerita ed assimilata, consumarla fredda affatica i reni, ne riduce l’assorbimento da parte dei tessuti e anzi ne favorisce un’eliminazione troppo rapida.

La quantità indicativa ottimale è intorno ad un litro e mezzo/due al giorno che può variare a seconda dell’attività fisica e della stagione.

Segnale numero 5: sei troppo stressato

Ricordati che l’intestino è in diretta comunicazione con il sistema nervoso cioè il tuo cervello inferiore e il tuo cervello superiore si parlano costantemente.

Quando sei stressato, spaventato, ansioso o stai vivendo una qualsiasi forma di disagio psicologico il tuo intestino è il primo a saperlo e a risentirne.

Se questa situazione di disagio si prolunga per troppo tempo uno dei primi effetti è un rallentamento della digestione in quanto la produzione di enzimi ed il flusso sanguigno nell’apparato digerente tendono a diminuire e rallentare in condizioni di stress.

La digestione potrebbe rallentare in quanto il tuo organismo può decidere di dare la precedenza al risolvere una situazione che viene vista come una minaccia ed ecco quindi che ti ritrovi in preda alla costipazione, al gonfiore e all’indigestione.

In alternativa il tuo corpo potrebbe decidere di adottare la strategia opposta cioè “fuori tutto e subito” in quanto non ha in quel momento le risorse per affrontare e portare a termine con successo il processo digestivo.

In entrambi i casi il risultato, con l’andare del tempo, si manifesta con carenze nutrizionali più o meno gravi che ovviamente peggiorerebbero il problema innescando un pericoloso circolo vizioso.

La regola generale è che se ti ritrovi troppo spesso a non andare in bagno per giorni o al contrario a passarci buona parte della giornata è probabile che per te lo stress abbia superato il livello di guardia.

In caso di stress potresti ritrovarti ad avere a che fare anche con altri sintomi come:

  • Ansia
  • Rabbia
  • Tristezza, senso di perdita, dolore, depressione
  • Mal di testa
  • Affaticamento
  • Problemi di concentrazione
  • Insonnia
  • Scarso desiderio sessuale, bassa fertilità e, nel caso di una donna, ciclo mestruale irregolare

Prendi lo stress molto seriamente, il modo in cui lo gestisci è di fatto lo specchio del valore che attribuisci a te stesso/a.

Inserisci in ogni tua giornata dei momenti dedicati alla decompressione, a lasciar andare  come ad esempio:

  • Fai una camminata all’aperto
  • Esponiti al sole e all’aria aperta il più possibile
  • Ascolta musica rilassante (anche mentre lavori la musica giusta ti può aiutare ad accumulare meno ansia e mantenere livelli di concentrazione e presenza più alti)
  • Dedicati alla meditazione e ad altre pratiche di sviluppo della consapevolezza (bastano anche pochi minuti al giorno)
  • Fai un massaggio o un bagno caldo
  • Usa gli oli essenziali per possono essere un valido aiuto per stemperare stati di ansia, stress e depressione
  • Impara tecniche di respirazione e applicale più volte al giorno
  • Fai attività come lo yoga, stretching, nuoto a ritmo moderato
  • Rilassati facendo una sauna o un idromassaggio
  • Impara a tornare all’infanzia e gioca, ridi, balla, dedica un po’ di tempo a coccolare una persona amata o il tuo animale domestico (no, il pesce rosso non conta…)
  • Dedicati al giardinaggio

Segnale numero 6: l’attività fisica che fai non è quella giusta per te

Non lo si ripeterà mai abbastanza: l’esercizio fisico è fondamentale per mantenere l’organismo in salute dentro e fuori.

Se da una parte condurre una vita troppo sedentaria porta, solo per citarne alcune, costipazione, perdita di massa ossea e muscolare e accumulo di peso, dall’altra un’attività fisica troppo intensa non è comunque salutare in quanto aumenta lo stress invece che farlo diminuire, consuma risorse preziose ed energia vitale e, a livello intestinale, potrebbe portare a sintomi di diarrea.

In caso di mancanza di movimento la circolazione sanguigna e linfatica tendono a ristagnare e anche la peristalsi intestinale finisce per rallentare e perdere di efficacia portando lentamente ad uno stato di costipazione costante.

Per contro, come abbiamo detto, anche il troppo esercizio fisico può danneggiare l’intestino.

Infatti nel corso dell’allenamento l’intestino riceve una quantità di sangue molto inferiore a quella normale, anche fino a meno del 20% della quantità che gli arriva quando il corpo è in stato di riposo.

La mancanza di un’adeguata irrorazione sanguigna all’intestino nel corso della digestione, oltre che ostacolare pesantemente il processo digestivo, è una delle cause correlate alla permeabilità intestinale, ecco perché non si dovrebbe mai svolgere un’attività fisica impegnativa subito dopo mangiato.

Molti atleti che praticano attività sportiva intensa sono infatti soggetti ad improvvisi attacchi di diarrea che molto spesso avvengono proprio durante l’allenamento.

Come in tutte le cose è quindi importante trovare la giusta via di mezzo, ciò che è meglio per te a seconda della tua età e dello stile di vita che conduci.

In altre parole fai attività fisica senza strafare e rispettando i tempi di recupero dell’organismo tra una seduta e l’altra.

Molto spesso l’idea di tenersi in forma è associata a massacranti sedute in palestra (cosa che indubbiamente incoraggia alla sedentarietà) ma, come abbiamo visto, non solo non è necessario ma anzi sarebbe controproducente.

Scegli attività piacevoli (questo è un requisito fondamentale) come camminare, ballare, lo yoga, nuoto moderato, andare in bicicletta da praticare quotidianamente aggiungendo un paio di volte a settimana delle sedute più intense ma non troppo.

Una volta che avrai trovato il tuo equilibrio lo stato di salute del tuo intestino migliorerà di conseguenza  (e quindi anche la tua cacca).

Fonti

https://www.precisionnutrition.com/

https://draxe.com/

http://www.joyfulbelly.com/