Uno studio condotto dalla British Heart Foundation ha evidenziato che:

  • Fare la maratona può nel tempo provocare gravi problemi cardiaci
  • Le persone che fanno un esercizio fisico intenso e prolungato avranno bisogno di un pacemaker da vecchi
  • L’esercizio provoca cambiamenti nel corpo che possono sfasare la regolarità del battito cardiaco generando un ritmo cardiaco anomalo

Correre la maratona può provocare seri problemi cardiaci

Correre la maratona e altre faticose corse di resistenza fa male al cuore e può, a lungo andare, causare seri problemi cardiaci.

Le persone dal fisico atletico e asciutto che gareggiano in maratona, triatlon e ironman probabilmente con l’avanzare dell’età avranno bisogno di un pacemaker.

Uno studio sui topi fatto dalla British Heart Foundation ha evidenziato che quando si fa esercizio avvengono piccoli cambiamenti  nel corpo, che possono sfasare la pulsione elettrica del cuore, facendo sì che chi si allena molto abbia un ritmo cardiaco anomalo.

Il numero di persone che prendono parte alla maratona è in aumento ogni anno.

Gli atleti anziani con una lunga storia di duro allenamento fisico sono più inclini alle aritmie (problemi del ritmo cardiaco).

Secondo gli studiosi dell’università di Manchester, questo è dovuto ai cambiamenti molecolari che avvengono nel tessuto cardiaco a causa dell’intenso e prolungato esercizio.

Gli adulti nella media hanno un battito cardiaco a riposo compreso tra i 60 e i 100 battiti al minuto.

Il cuore degli atleti, invece, batte lentamente: 30 volte al minuto, o addirittura di meno di notte, quando ci possono essere lunghe pause tra i battiti.

I ciclisti Sir Chris Hoy e Miguel Indurain hanno frequenze cardiache a riposo di 30 e 28 battiti al minuto, dicono gli scienziati.

L’autore Dr Alicia D’ Souza afferma:

La frequenza cardiaca è dettata dallo stimolatore cardiaco, che a sua volta è controllato dal sistema nervoso.

Il nervo vago abbassa la frequenza cardiaca, per questo si riteneva che la bassa frequenza cardiaca degli atleti fosse il risultato di una super attività del nervo vago.

Ma la nostra ricerca mostra che non è così. In realtà i cambiamenti del ritmo cardiaco avvengono in risposta all’allenamento e in particolare vi è una diminuzione di una proteina importante dello stimolatore cardiaco, nota come HCN4, che è responsabile di una frequenza cardiaca bassa.

I ricercatori dicono che questi cambiamenti molecolari nella struttura cardiaca che disciplina il ritmo cardiaco ci possono aiutare a comprendere la presenza più frequente di disturbi del ritmo cardiaco e altri fenomeni come la perdita di coscienza negli atleti.

Il professor Mark Boyett , ricercatore principale dello studio, ha aggiunto:

Questo è un passo importante perché, anche se normalmente una bassa frequenza cardiaca a riposo di un atleta non causa problemi, gli atleti anziani con una storia di allenamento di lunga durata avranno più probabilità di avere bisogno di un pacemaker artificiale elettronico.

Più di 500 maratone si svolgono in Europa e in America ogni anno, con circa un milione di partecipanti. E si prevede che il numero aumenterà del cinque per cento ogni anno.

Il professor Boyett ha sottolineato che, sebbene la corsa di resistenza possa avere effetti nocivi sul cuore, questi problemi sono più che compensati dagli effetti benefici.

Il professor Jeremy Pearson, Direttore Associato Medico presso la British Heart Foundation, ha detto:

Questo studio dimostra che avvengono cambiamenti nelle pulsioni elettriche del cuore dei topi che fanno esercizio per lunghi periodi, e questi cambiamenti nel ritmo cardiaco si mantengono nel tempo.

Se si riscontreranno gli stessi risultati in uno studio sugli esseri umani, questo potrebbe significare che ci sono implicazioni sulla salute del cuore negli atleti più anziani.

Ma è necessario che siano fatte altre ricerche prima di poter trarre questa conclusione.

La ricerca è pubblicata sulla rivista Nature Communications.

Fonte: DailyMail


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