Ti sorprenderà forse sapere che il latte è uno degli allergeni più comuni che esistano.

Sempre più spesso si sente parlare di intolleranza o di allergia al latte: alcuni ne soffrono senza nemmeno saperlo; altri sospettano che nel loro rapporto con latte e derivati ci sia qualcosa che non va ma non riescono nemmeno a pensare di rinunciare a questo alimento.

Fino a qualche decennio fa si riteneva che le allergie al latte animale nei bambini fossero solo una condizione temporanea che sarebbe sparita con la crescita.

Ora sappiamo che non necessariamente questo avviene, al contrario sono molti gli adulti che devono imparare a convivere con allergia o intolleranza alla bianca bevanda e ai suoi derivati.

Cos’è l’allergia al latte?

Prima di rispondere a questa domanda vediamo di capire meglio cos’è il latte.
Sappiamo che il latte è il liquido secreto dalla ghiandola mammaria delle femmine dei mammiferi e che ha lo scopo di nutrire il cucciolo nei suoi primi mesi di vita.

I costituenti principali del latte sono grassi, proteine, vitamine, sali minerali, zuccheri, ormoni e altri fattori della crescita emulsionati in acqua.

Nei paesi occidentali la maggior parte del latte destinato al consumo umano proviene dalle mucche, a seguire latte di capra, pecora e bufala.

L’allergia è una reazione anomala dell’organismo al latte che in genere si manifesta entro poche ore dall’assunzione, nei casi più gravi anche dopo pochi minuti.

In genere le sostanze contenute nel latte che causano la reazione allergica sono le proteine come la caseina o le proteine del siero del latte.

Ci sono persone che possono essere allergiche all’una o all’altra di queste sostanze ma anche ad entrambe.

Un altro elemento capace di scatenare reazioni avverse nell’organismo è il lattosio, lo zucchero presente nel latte.

Il latte di mucca è quello che più comunemente scatena allergie (anche perché è quello più consumato) ma anche gli altri tipi di latte animale possono causare sintomi allergici.

Ogni qual volta una persona allergica al latte e ai derivati consuma questo alimento il suo sistema immunitario di fatto percepisce le proteine in esso contenute come estranee e dannose quindi scatena una reazione difensiva che ha lo scopo di eliminare l’intruso il più rapidamente possibile.

Questa reazione difensiva è quella che da origine agli spiacevoli sintomi caratteristici che si presentano quando sostanze come ad esempio l’istamina (particolarmente presente nei formaggi fermentati e stagionati) vengono introdotte nell’organismo.

Per determinare se si è allergici ad una particolare sostanza è possibile fare degli esami del sangue specifici che misurano la quantità di immunoglobulina E o IgE, un anticorpo che normalmente si trova nel sangue in caso di allergie.

Qual è la differenza tra allergia e intolleranza?

Spesso questi due termini vengono usati, erroneamente, come fossero sinonimi.

In realtà si tratta di due manifestazioni molto diverse tra loro anche se entrambe possono provocare sintomi molto spiacevoli.

L’allergia coinvolge il sistema immunitario e in genere si manifesta in tempi molto brevi dall’assunzione dell’alimento incriminato, talvolta bastano pochi minuti.

In taluni casi, molto gravi, basta il semplice contatto con la sostanza a scatenare la reazione allergica (un caso noto sono le arachidi).

Un allergia può essere molto grave, perfino fatale (shock anafilattico).

In caso di allergia può dunque bastare anche una piccolissima quantità della sostanza scatenante per dare inizio alla reazione.

L’intolleranza non coinvolge il sistema immunitario, si tratta infatti dell’incapacità o della difficoltà dell’organismo a digerire una determinata sostanza.

La reazione in genere si manifesta con tempi più lenti e potrebbe anche non presentarsi se la quantità di sostanza ingerita è minima.

In altre parole per scatenare una reazione di intolleranza è spesso necessario consumare quantità elevate dell’allergene per avere delle reazioni mentre le piccole dosi spesso non danno particolari problemi.

Da ciò ne deriva che è possibile non essere allergici al latte ma comunque avere un’intolleranza al lattosio: una persona intollerante al lattosio può consumare latte e latticini che non lo contengono senza manifestare particolari disturbi mentre una persona allergica non tollera alcun tipo di latte, che sia senza lattosio o meno.

I segni e i sintomi più comuni

Nel caso dell’intolleranza il problema, come abbiamo accennato, nella maggior parte dei casi è costituito dal lattosio cioè lo zucchero del latte.

Per digerire il lattosio il nostro organismo necessita di un particolare enzima, la lattasi, che viene prodotto dalle cellule delle pareti dell’intestino tenue.

Questo enzima è presente nell’organismo del neonato nei primi mesi della vita extrauterina
quando il bimbo segue la dieta lattea.

L’organismo cessa gradualmente di produrlo nei primi anni di vita in quanto non è più necessario dal momento in cui il bambino inizia ad alimentarsi con i cibi normali (nell’adulto si arriva ad una riduzione della lattasi anche del 90 – 95%).

O almeno il nostro organismo sarebbe programmato per smettere di produrre la lattasi dal momento dello svezzamento se non fosse che l’usanza di continuare a consumare latte e derivati lo “costringe” a produrlo anche oltre il tempo naturalmente previsto.

Nel caso invece di intolleranza alle proteine del latte in genere si tratta di una particolare difficoltà dell’organismo a metabolizzare la caseina.

I sintomi più frequenti di intolleranza al latte sono soprattutto a carico dell’apparato digerente:

  • gonfiore addominale
  • gas
  • diarrea
  • crampi addominali.

Nel caso dell’allergia come si può immaginare la situazione è più complessa.

La risposta allergica può variare nei tempi e nei modi a seconda dell’individuo e una persona allergica al latte di mucca molto probabilmente sarà allergica anche al latte di altri animali.

I sintomi più immediati, che si manifestano nel giro di breve tempo dall’assunzione, sono:

  • difficoltà respiratoria
  • formicolio
  • vomito

Altri sintomi non sono così immediati e possono richiedere un certo tempo prima di comparire:

  • Crampi addominali
  • Feci molli che potrebbero contenere sangue
  • Diarrea
  • Tosse
  • Naso che cola
  • Occhi che lacrimano
  • Prurito alla pelle, spesso intorno alla bocca
  • Coliche (nei bambini)

Cause e fattori di rischio

Come tutte le allergie alimentari, l’allergia al latte è una risposta del sistema immunitario che percepisce determinate sostanze come una minaccia per l’organismo e quindi scatena una reazione difensiva per eliminarle dal sistema nel più breve tempo possibile.

Questa reazione comporta la produzione dell’anticorpo IgE che viene messo in circolo allo scopo di distruggere l’allergene.

Secondo la Clinica Mayo (una famosa istituzione americana no-profit per la pratica e la ricerca medica, nota anche per essere in cima alla lista dei più accreditati standard di qualità) ci sono quattro fattori principali che concorrono all’insorgenza di un’allergia di questo tipo:

  • Età: l’allergia si sviluppa più facilmente nei bambini.
  • Storia familiare: il rischio di avere un’allergia alimentare è molto più alto se uno o entrambi i genitori hanno a loro volta quest’allergia o anche altri tipi di allergie incluse l’asma, la febbre da fieno e l’eczema.
  • Altre allergie presenti: in presenza di allergie alimentari è facile che se ne sviluppino delle altre. In genere l’allergia al latte è la prima a comparire nell’infanzia.
  • Dermatite atopica:  i bambini che soffrono di dermatite atopica, altrimenti nota come eczema, possono facilmente sviluppare allergie alimentari.

Quali cure e terapie adottare?

A tutt’oggi l’unica terapia valida conosciuta e consigliata dai medici è quella di eliminare dalla dieta latte e derivati in caso di allergia o di limitarne fortemente l’uso in quantità e frequenza in caso invece di intolleranza.

Come abbiamo detto la serietà della reazione allergica può variare da un individuo all’altro.

Ci sono persone che pur  essendo allergiche al latte riescono a consumarlo se sotto forma ad esempio di yogurt o se presente in cibi cotti (ad esempio dolci da forno con creme a base di latte).

In caso tu o una persona a te vicina sia allergico/a al latte è consigliato avere sempre a portata di mano un antistaminico da utilizzare in caso di assunzione accidentale.

7 metodi naturali per gestire l’allergia al latte

  • Adotta una dieta senza latticini – eliminare completamente latte e derivati dalla propria dieta è l’unico modo certo di evitare problemi da allergia o intolleranza a questo alimento. In più ci sono anche altri benefici che derivano dal fare questa scelta anche se non sei né allergico né intollerante.
 E’ importante eliminare anche tutti quei prodotti che potrebbero contenere latte e derivati quindi è bene avere sottomano una lista dei cibi che comunemente vengono addizionati con derivati del latte in modo da sapere cosa evitare.
 Ancora una volta è fondamentale leggere le etichette di quello che si compra e ancora meglio limitare il più possibile l’acquisto di cibi pronti che, problema latte a parte, sono sempre fin troppo manipolati ed addizionati di sostanze poco salutari.
  • Sapere le cose (ovvie) da evitare – Se hai allergia o intolleranza o vuoi semplicemente fare un cambiamento salutare nella tua dieta è necessario che prima di ogni altra cosa tu ti istruisca su quali sono effettivamente gli alimenti da evitare. Alcuni possono essere ovvi, altri potrebbero sorprenderti perché spesso latte e derivati sono presenti in cibi che apparentemente non hanno nulla a che vedere con i latticini. 
Una lista dei prodotti più comuni da eliminare comprende:
    • Burro
    • Latticello
    • Caseina
    • Idrolizzato di caseina
    • Caseinati (in tutte le loro forme)
    • Formaggi
    • Panna
    • Caglio
    • Crema pasticcera
    • Diacetile
    • Lattoalbumina
    • Lattoferrina
    • Lattosio
    • Lattulosio
    • Latte (in tutte le sue forme compresi liofilizzato, condensato, granulare, latte bovino e di altri animali, latte scremato e parzialmente scremato, latte intero, latte maltato, eccetera che siano in polvere, liquidi, solidi o in crema)
    • Proteine del latte idrolizzate
    • Caseina da caglio
    • Panna acida
    • Proteine da siero del latte (in qualsiasi forma)
    • Yogurt
  • Conoscere le cose meno ovvie da evitare – ci sono altri cibi che possono contenere latte e derivati ma sono meno facilmente individuabili come il cioccolato, i prodotti da forno, le caramelle.
 Ci sono poi dei cibi pronti e confezionati che non ti aspetteresti assolutamente che possano contenere derivati del latte come ad esempio il tonno in scatola (alcune marche potrebbero contenere caseina), i crostacei (possono essere immersi nel latte per ridurre l’odore di pesce),  le carni processate (salumi, wurstel e simili) che possono contenere caseina come legante e addensante e le salse pronte.Il lattato di potassio, un composto ottenuto da sale di potassio e acido lattico, viene utilizzato come conservante o aromatizzante.
    Insieme al lattato di calcio e al lattato di sodio non vengono generalmente considerati come fonte di possibili problemi.
  • Presta attenzione ai prodotti che sembrano sicuri ma potrebbero non esserlo – alcuni prodotti etichettati come “privi di latte” e quindi sicuri potrebbero comunque contenere dei derivati in grado di provocare problemi a chi soffre di intolleranza o allergia. In genere si tratta di prodotti destinati a coloro che hanno intolleranza al lattosio piuttosto che una vera e propria allergia e, come abbiamo visto, si può essere intolleranti ad una parte del latte (appunto la caseina o il lattosio) ma non essere allergici.
 In caso di allergia quindi bisogna accertati, leggendo con molta attenzione le etichette, che il prodotto che si acquista sia completamente privo di latte e derivati e non solo che non contenga lattosio, caseina o altre proteine del latte. 
In caso di incertezza meglio non acquistare piuttosto che rischiare brutte esperienze.
  • Introdurre nella dieta alternative al latte sane e naturali  – ormai sono facilmente reperibili varie alternative vegetali al latte di origine animale ma anche in questo caso bisogna scegliere con buon senso.Da evitare assolutamente il latte di soia in quanto un consumo  frequente e quotidiano può causare grossi danni alla salute (per approfondire puoi leggere gli articoli del nostro blog relativi ai danni della soia); il latte da cereali come ad esempio il latte di riso o di avena stimolano il picco glicemico e quindi provocano l’intervento dell’insulina, inoltre possono favorire l’aumento di peso e l’accumulo di muco.
    Due ottime alternative sono il latte di mandorla (che puoi preparare anche a casa seguendo la nostra ricetta) e il latte di cocco.
    Se decidi di acquistarli già pronti accertati che non siano dolcificati (onde evitare un sovraconsumo di zucchero) e senza oli aggiunti (in molte marche viene aggiunto l’olio di girasole). Il latte di mandorla contiene svariate vitamine (A, E, D) e sali minerali come calcio, magnesio e fosforo; il latte di cocco è ricco di grassi benefici e contiene altri importanti nutrienti tra i quali manganese, fosforo, ferro, potassio, selenio, rame, magnesio e altri.
  • Allatta il tuo bimbo al seno – decenni di pubblicità ingannevole e manipolatoria hanno convinto molte donne che il latte materno non sia una scelta sana per l’alimentazione del neonato.
    Si tratta di una convinzione totalmente assurda che è ora di smantellare una volta per tutte: se la natura ha dotato le femmine dei mammiferi della capacità di produrre latte per nutrire i propri piccoli allora fidiamoci del suo operato (e mandiamo a quel paese chi dice il contrario). Il latte artificiale deve essere “l’ultima spiaggia” da utilizzare solo in caso ci siano seri impedimenti all’allattamento al seno.
    Nel caso non ti sia possibile allattare naturalmente evita di ripiegare su latte per neonati a base di soia.
  • Riscopri la cucina casalinga –  il modo migliore di alimentarti senza incorrere nel rischio di consumare qualcosa che può farti male è sempre quello di cucinare a casa propria utilizzando materie prime integre e quanto più possibile sane.
    Così facendo eviti le rischiose ambiguità delle etichette degli alimenti e nel contempo sai esattamente cosa mangi. Non è sempre facile farlo, visti i tanti impegni a cui bisogna star dietro durante la giornata, ma spesso si tratta solo di imparare ad organizzare meglio il proprio tempo.
    Se ancora non lo hai fatto ti consiglio di visitare l’area Ricette (link sezione Ricette) del nostro blog dove troverai tantissime ricette di piatti sani, gustosi e molto più facili da realizzare di quello che pensi.

Fonti:

https://draxe.com/

Latte? No, grazie” di Lorenzo Acerra, ed. Macro